Condizioni di lavoro da inizio novecento, chiusa azienda metalmeccanica cinese

Nuovo caso di caporalato. Ci lavoravano solo cinesi (la metà in nero) senza dispositivi di sicurezza e senza alcun rispetto per l'igiene. Sanzioni per 100 mila euro e denuncia per i due datori di lavoro

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I carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Varese ieri hanno fatto qualcosa di inedito: hanno apposto i sigilli ad una ditta metalmeccanica gestita da cinesi e dove erano impiegato solo connazionali, costretti a lavorare in condizioni di sicurezza e di igiene ambientale paragonabili a quelle che si trovavano nelle fabbriche italiane ad inizio novecento. Una novità assoluta nella nostra zona che ha vissuto questo fenomeno quasi solo ed esclusivamente nei settori del tessile e della ristorazione (immagine di repertorio).

Gli uomini del maresciallo Andrea Cannella, supportati dagli ispettori di Ats Insubria, sono intervenuti in un’azienda metalmeccanica di Uboldo dove erano impiegati 11 lavoratori dei quali 6 sono risultati in nero. I lavoratori, inoltre, lavoravano su macchinari vecchi e senza alcun dispositivo di sicurezza, un’escamotage per aumentare i ritmi di lavoro ma con un rischio altissimo di infortuni gravissimi o mortali. Si tratta, infatti, di un’azienda dotata di macchine molto grandi per la tornitura e per la profilazione dei metalli alle quali erano stati tolti i dispositivi che la fermano in caso di emergenza.

Non solo. I lavoratori erano costretti a cambiarsi all’interno del reparto in quanto non era presente un locale spogliatoio, così come non è stato trovato uno spazio refettorio costringendoli a pranzare nell’abitacolo di un pullmino trasformato in una cucina. Gli operai, che non conoscevano una parola di italiano, sono stati ascoltati grazie ad un interprete fornito dal Tribunale di Busto Arsizio.

Per il datore di lavoro (attualmente in Cina) e per il coordinatore sul posto è scattata la denuncia sulla scorta della nuova normativa sul caporalato oltre a sanzioni per 100 mila euro dovute alla completa assenza di sicurezza sul lavoro e per la presenza di lavoratori senza contratto regolare. I due capannoni sono stati posti sotto sequestro.

L’attività del Nil dei Carabinieri è di particolare importanza in questo caso perchè quando un’impresa cinese entra in un settore come questo, causa gravi scompensi alle altre aziende del comparto. Non a caso l’azienda di Uboldo riforniva, a prezzi più che concorrenziali, altre aziende italiane a danno di chi lavora seguendo tutte le normative.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 20 Giugno 2019
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  1. Avatar
    Scritto da carlo196

    Sono proprio curioso di sapere come e quando sarà mai pagata la multa visto che spesso agli annunci non seguono i fatti.

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