Il sindacato denuncia la situazione critica dell’handling a Malpensa
Cgil, Cisl e Ugl lamentano un quadro poco "rassicurante" dei servizi di handling, con il rischio che "possa deflagrare proprio nei prossimi giorni"
«Siamo preoccupati che il mancato governo di questa situazione possa deflagrare proprio nei prossimi giorni», in corrispondenza del picco di passeggeri. L’allarme viene dai sindacati Cgil, Cisl e Ugl a Malpensa. E riguarda tutto il comparto dell’handling, di chi si occupa di smistare e caricare i bagagli, di svolgere le operazioni di supporto sul piazzale.
È un tema già emerso con lo sciopero di settimana scorsa, per la situazione di Airport Handling. In questa prima settimana, dalle verifiche attuate man mano dalle strutture territoriali, regionali e dalle RSA di Cgil, Cisl e Ugl emerge «un quadro molto meno rassicurante di quanto dichiarato dal management degli scali ai media».
«Infatti, se i disagi ai passeggeri sono stati ridotti al minimo, grazie all’imponente macchina organizzativa, informativa e di assistenza messa in piedi dal Gestore SEA, lo stesso non si può affermare per i centri nevralgici dell’aeroporto, vale a dire impianto di smistamento bagagli e piazzale di sosta degli aeromobili, di pertinenza delle aziende di handling».
L’attenzione si concentra su Airport Handling (società ancora partecipata da Sea al 30%, anche se la maggioranza è oggi del gruppo privata Dnata), che – denunciano i sindacati – «nella prima settimana di chiusura Linate è andata costantemente in difficoltà».
C’è anche un motivo di polemica sindacale, perché «per la prima volta nella storia del gruppo», Airport Handling ha sottoscritto un accordo separato sulla gestione con i sindacati autonomi e alla UILT, «escludendo tre quarti delle Sigle firmatarie di Ccnl, cioè Filt-Cgil, Fit-Cisl e Ugl-Ta».
«L’accordo separato rappresenta senza dubbio una grave frattura nella storia delle relazioni industriali del gruppo Sea, ma prima di tutto un vistoso problema di tenuta dell’intero sistema, vista la totale assenza di garanzie organizzative che si stanno riverberando su tutta la filiera, a partire dallo smistamento bagagli».
«Peggio ancora, l’accordo non pone limiti o condizioni di migliorative sull’utilizzo del personale precario, oggi impiegato in numero esorbitante (l’accordo separato non contiene dati specifici, ma potrebbero essere presenti 700 addetti su 2000 dipendenti) e trattato come i nuovi schiavi, senza diritti, con pause fisiologiche elargite al pari di premi nonostante le temperature percepite sul piazzale, e il sostanziale obbligo di superamento del normale orario di lavoro».
«Senza dimenticare l’analoga situazione del piazzale, la sistemazione logistica approssimativa del personale proveniente da Linate, l’impossibilità per il personale trasferito di usare le navette su alcuni turni, la negazione dei ticket pasto per parte del personale che normalmente li percepisce. Su tutti questi temi, anche in considerazione delle ricadute sulla sicurezza, assieme alle RLS abbiamo preparato richieste specifiche e urgenti di incontro ad Airport Handling atte a verificare le condizioni di lavoro, di salute/sicurezza e di formazione specifica del personale precario».
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