I Grateful Dead chiudono un’epoca
Il primo doppio live del rock celebra una grande fase della musica e della controcultura

Gli anni sessanta si stavano concludendo, e con essi quella parte della psichedelia californiana più estrema che ebbe inizio dagli acid test di Ken Kesey.
Sebbene qualche testimonianza live ci fosse stata, a tramandare su disco quelle esperienze non potevano che essere i Grateful Dead con uno dei primi (direi il primo in assoluto) doppi live: formato che poi sarebbe diventato quasi uno standard negli anni ’70. I Dead erano alla vigilia di una profonda rivisitazione della loro musica in studio, anche perché Aoxomoxoa non era stato un grande successo e la Warner ci aveva perso molti soldi, ma certamente i loro concerti del 1969 seguivano ancora quella grande tendenza all’improvvisazione ed alla musica abbastanza destrutturata e dilatabile a piacimento. Non è un caso che Live Dead inizi con Dark Star, precedentemente edita solo su 45 giri (!), che diventerà comunque il loro brano simbolo: un’intera facciata, oltre 23 minuti, di cavalcata cosmica che finì anche (ovviamente solo in parte) nella colonna sonora di Zabriskie Point. Proprio in relazione a quest’ultima, che li comprendeva entrambi, è interessante fare un raffronto fra i Dead di Dark Star e i primi Floyd di pezzi come Astronomy Domine o Interstellar Overdrive: le radici sono diverse ma…
Il documento definitivo di una grande fase della musica.
Curiosità: cercare cose strane nelle copertine rock è sempre stato uno sport molto praticato. In questo disco, nella copertina posteriore, vi è la scritta Dead sullo sfondo di una bandiera americana che la divide in orizzontale: guardando solo la parte superiore si legge ACID. Non proprio chiarissimo, ma diciamo che ci sta…
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