L’Anpi sul caso-Blini: “Segnalato l’inopportunità”

Tirata in ballo, l'Associazione Partigiani, che è anche socia della cooperativa che ospitava l'incontro su Blini, precisa che voleva intervenire con un "comunicato di sdegno" e spiega le sue ragioni

«Riteniamo necessario e doveroso chiarire le responsabilità e gli avvenimenti per come si sono succeduti, ed in secondo luogo perché non possiamo permettere venga messa in dubbio la democraticità ed i profondi valori di libertà che distinguono l’Associazione». Così l’Anpi di Gallarate interviene ufficialmente sul caso della serata dedicata a Giovanni Blini, che è stata trasferita in altra sede ed è iniziata con grande ritardo a causa della mancata concessione dei locali della storica Cooperativa Arnatese.
Così l’Anpi ricostruisce i fatti: «nella mattinata di venerdì 25 Maggio il Presidente dell’Anpi Gallarate riceveva informazioni che lo avvertivano circa l’inopportunità della presentazione del libro su Giovanni Blini nei locali della Cuac. Il Presidente, insieme ad altri membri del Direttivo si è dunque attivato per approfondire le motivazione addotte telefonicamente in mattinata. Purtroppo le ricerche in Internet hanno evidenziato alcune contiguità tra Giovanni Blini, Comunità Giovanile (di cui Gussoni era Presidente), e i movimenti dell’estrema destra. Lo stesso Blini è ricordato quale membro di Fronte della Gioventù e del Comitato Centrale dell’MSI, movimento dichiaratamente fuori dall’arco costituzionale, almeno fintanto che l’attuale Presidente della Camera, Gianfranco Fini, allora segretario dell’MSI invitò nel 1994 (Congresso di Fiuggi) a "sciogliere tutti i fasci". Ma questa è un’altra storia, perché il Movimento Sociale Italiano di cui Blini era attivista e membro del comitato centrale ancora non aveva preso le distanze dalle più tristi pagine della nostra storia». Al di là di Blini, si parla poi del ruolo di Comunità Giovanile, non solo in sé, ma anche nelle connessioni con altre realtà: «Le ricerche evidenziano poi che Comunità Giovanile (fondata da Blini) pur dichiarandosi fuori dalle logiche di partito e dalle opposte fazioni, è presa quale soggetto di ispirazione per la nascita di centri sociali, questi sì chiaramente di estrema destra, come Cuore Nero a Milano, o il più celebre Casa Pound in tutta Italia. Casa Pound dove il 19 Maggio  a Novara al circolo “La Perla Nera” è stato presentato proprio il libro “Giovanni Blini, una vita, una storia, un bene comune”. Un Giovanni Blini di cui non mettiamo in discussione la lungimiranza politica, l’impegno sociale e la rettezza delle sue azioni, ma che aveva fatto una scelta che, per quanto oltre gli steccati, per quanto anticonformista, rientrava nell’adesione ad un movimento, che lo ribadiamo, era considerato fuori dall’arco costituzionale. Costituzione che noi statutariamente difendiamo».

E si arriva così all’intervento, che l’Anpi ricostruisce così: «Anpi Gallarate aveva il dovere morale di informare i Presidenti dei circoli organizzatori e il Presidente della Cuac circa quanto emerso e aveva ancor più il dovere di comunicare la propria perplessità (in quanto socio della Cuac con diritto di voto) e la propria volontà di diffondere un comunicato stampa di sdegno». Insomma, una presa di posizione convinta. L’Anpi però non ci sta a passare a passare per un’associazione arroccata e chiusa al confronto e cita anche esempi recenti: «chi vive la città ben conosce l’impegno di Anpi per il dialogo e la crescita culturale. Non ultima l’organizzazione insieme ad un’altra associazione, non certo di sinistra, per la Giornata del Ricordo, che si è tenuta con soddisfazione di entrambe. Non si dimentichi neanche che Anpi Gallarate da decenni collabora con l’amministrazione cittadina a prescindere dal colore politico di quest’ultima».

«Tuttavia non possiamo e non vogliamo accettare il confronto tout court perché rifiutiamo e rigettiamo il confronto con chi dopo aver esposto l’immagine di Ernesto Che Guevara a sottolineare la propria imparzialità, organizza una serata con Gabriele Adinolfi, fondatore di Terza Posizione, insieme, tra gli altri, a Roberto Fiore. Lo stesso Gabriele Adinolfi poi indagato e condannato per reati associativi e ideologici, poi resosi latitante all’estero ed infine rientrato in Italia a prescrizione del processo avvenuta. Quell’Adinolfi che, cita sempre wikipedia, oggi si impegna nella Guardia d’onore alla cripta di Mussolini. Noi di Anpi siamo partigiani, perché abbiamo scelto di parteggiare, e lo abbiamo fatto l’8 settembre del 1943, e abbiamo tutte le intenzioni di proseguire su questa nostra via. Non nascondiamo la soddisfazione per la sospensione della serata che, tuttavia ribadiamo, non era tra le richieste fatte da Anpi, che invece esprimeva solo l’intenzione di fare un comunicato e la volontà “di certi ragazzotti intenzionati a dire la loro". Vogliamo quindi esprimere solidarietà e gratitudine al Presidente Luigi Proto che, nella sua più totale autonomia decisionale, è prontamente intervenuto per far rispettare le regole statutarie della Cuac impedendo lo scriversi di quella che, conveniamo, sarebbe stata “una pagina brutta, anzi bruttissima"».

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Pubblicato il 30 Maggio 2012
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