“La nostra casa cadrà nel fiume”

Parla la famiglia che ha perso tutto, a causa dello smottamento sul Ticino: "E' come il terremoto, ma le vittime siamo solo noi"



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Gli sfollati di Somma Lombardo 4 di 7

Farà causa. Ma intanto non ha più una casa. Giuliano Rovelli, imprenditore del settore parcheggi, e la moglie Francesca Perra hanno preso tutti i loro vestiti e sono usciti dalla villetta di Somma Lombardo che rischia di rotolare giù dalla collina. «Se pioverà ancora cadrà nel fiume» dice senza mezzi termini il proprietario. «Abbiamo preso quello che ci serviva e siamo andati in un bed and breakfast – dice Giuliano Rovelli –  i nostri bambini hanno capito, non hanno chiesto nulla». E’ un piccolo esercito quello degli sfollati di via Villoresi. I Rovelli, i sei figli, una coppia di cingalesi che li aiuta in casa e la lorofiglioletta. Abitavano in località Cabagaggio, dove le ville hanno a disposizione un panorama mozzafiato, con il Ticino, i canali, la foresta e tutta la catena delle Alpi. Undici persone, che da una settimana sono come gli sfollati del terremoto in Emilia, con una differenza sostanziale. Il terremoto, qui, ha colpito una casa sola, la loro.

In realtà ci sono anche altre abitazioni minacciate, ma quella che colpisce di più è proprio la villetta gialla.

Ieri sono andati dal sindaco Guido Colombo. Al comune chiederanno forse i danni, ma non solo. I rapporti con l’amministrazione sono cordiali. Colombo capisce il dramma di queste persone, e di contro i Rovelli sono molto educati nelle loro richieste, ma l’amarezza rimane. «Nessuno mi ha mai detto che c’erano smottamenti del costone» afferma il cittadino danneggiato. Questo terreno poteva essere pericoloso? «Il geologo di parte che ho nominato mi dice che il terreno era compatto e solido –  racconta l’imprenditore –  La perdita dal tubo del depuratore probabilmente è stata decisiva». Chi doveva controllare? «Vedremo, la burocrazia comunque non ci sta aiutando, perché dalla prima frana del 2 maggio forse si poteva fare qualcosa di più per mettere tutto in sicurezza, si poteva ancora fare un consolidamento che evitasse la seconda frana». 

La procura di Busto Arsizio indaga perché l’Arpa aveva segnalato già a febbraio che il tubo del depuratore aveva una perdita. «Il 2 maggio ci siamo svegliati con lo smottamento  – continua Rovelli – ma ora è un disastro, anche la nostra siepe è finita nel baratro. Guardi che fino a un mese fa c’erano almeno cinquanta metri tra la nostra casa e il costone». I Rovelli ci tengono a chiarire che non hanno costruito una casa su un terreno pericoloso: «Non siamo degli irresponsabili, è l’uomo che ha rovinato tutto. Si tratta di una zona che è stata abitata da tanto tempo, noi la casa l’abbiamo comperata nel 1998. Il tubo difettoso ha creato una perdita che ha tagliato la collina. Andremo per avvocati, certo, ma chissà quanto tempo ci vorrà, e intanto diamo ancora una volta l’impressione che l’Italia è un paese che cade a pezzi».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Maggio 2012
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