Arrestato 23enne, a casa “scavata” nel dizionario gli trovano la cassaforte dello spaccio
Era stato trovato a fumare fuori da un bar chiuso del paese. Nella perquisizione domiciliare i carabinieri di Marchirolo hanno trovato marijuana suddivisa già in sacchetti da 1 e da 5 grammi e banconote per oltre 5mila
Intorno alle 21 di mercoledì scorso, i carabinieri della stazione di Marchirolo, durante i controlli finalizzati a far rispettare il decreto del Governo “Io resto a casa”, hanno proceduto alla identificazione di due giovani, un cittadino italiano di 23 anni e uno marocchino di 18, che si erano dati appuntamento davanti a un bar chiuso di Cugliate Fabiasco.
Il loro atteggiamento ha da subito insospettito i militari, sia perché, data l’ora, non vi era alcun motivo perché due giovani si trovassero all’esterno di un bar chiuso, sia perché si sentiva odore di marijuana attorno a loro. Nel frattempo è arrivata sul posto la pattuglia della stazione carabinieri di Cuvio per dare ausilio alle perquisizioni.
I due giovani sono stati sottoposti a perquisizione sul posto e al 23enne è stato trovato un sacchetto in cellophane contenente 132 grammi di marijuana costituita da mazzetti di infiorescenze essiccate, più la somma in contanti di oltre 1.500 euro. Da lì si sono quindi spostati presso la sua abitazione per eseguire una perquisizione domiciliare e dove è stata rinvenuta altra sostanza stupefacente e denaro.
I militari hanno setacciato accuratamente la stanza del giovane quando la loro attenzione è stata attirata da un libro, non particolarmente pesante, date le dimensione, e dalle perfette fattezze esterne di un dizionario. In realtà si trattava solo di un simulacro di dizionario di inglese, perfettamente identico dall’esterno ma che, una volta alzata la copertina, celava una vera cassaforte con combinazione.
È stato proprio all’interno della piccola teca che sono stati rinvenute altri quantitativi di marijuana suddivisa già in sacchetti da 1 e da 5 grammi per un totale di 60 dosi, più un bilancino di precisione. Un consistente malloppo di banconote di diverso taglio erano invece suddivise in più mazzette che, sommate a quella che aveva addosso, fanno un totale di oltre 5mila € più 70 franchi svizzeri. Segno della fiorente attività di spaccio che il 23enne conduceva nel territorio della Val Marchirolo ai confini con il territorio elvetico.
Al termine, i carabinieri della stazione di Marchirolo lo hanno dichiarato in arresto ed accompagnato al carcere Miogni di Varese mentre lo stupefacente ed il denaro sono stati sequestrati. Ieri, il GIP del tribunale di Varese in sede di convalida, ha disposto nei suoi confronti la misura degli arresti domiciliari presso la sua abitazione.
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Quello che mi domando quando ci sono di mezzo giovanissimi che spacciano e con un piccolo laboratorio in casa, dove sono i genitori? Possibile che non si accorgano dei traffici dei figli? Nella cronaca di questo o altri casi simili non viene mai specificato se nell’abitazione ci vivesse solo il ragazzo o anche i familiari.
Molto spesso i genitori son peggio dei figli.