“Finalmente abbiamo espugnato l’Ossola”

«Ce l’abbiamo fatta a espugnare il Franco Ossola. Era ora». Rolando Maran scherza. Dice di non essere scaramantico, ma di fatto battendo il Gubbio ha archiviato un bel tabù. L’ultima vittoria in casa dei biancorossi risale infatti all’ottobre scorso, contro la Juve Stabia. «Il fatto di vincere di fronte ai nostri tifosi – continua il tecnico del Varese – ci voleva. Potevamo chiuderla prima e forse questa paura ci ha un po’ frenato nel finale».
Maran sottolinea a più riprese il fatto che la squadra non ha mai perso velocità ed equilibrio. «Siamo andati in vantaggio e poi abbiamo gestito la gara, avendo tre o quattro occasioni limpide, provandoci sempre e rischiando poco. Brava la squadra che riesce sempre a trovare le distanze giuste. Adesso dobbiamo tenere il piede sull’acceleratore e non staccarlo. Quando il campo era ancora buono siamo riusciti a fare belle cose e di questo bisogna ringraziare chi lo ha preparato».
Il Varese ha giocato un primo tempo brillante, scambi veloci e ripartenze micidiali sulle fasce. La prima linea sudamericana, firmata Neto-Granoche-Rivas, ha giovato anche a Zecchin. Dai suoi piedi infatti sono partiti gli assist più pericolosi. «Zecchin c’è ed è cresciuto molto – sottolinea il mister biancorosso – sta attraversando un buon momento e si vede».
El diablo, al secolo Pablo Granoche, non ha segnato, ma oggi la sua gara è stata notevole per intensità e qualità. «Ho ritrovato lo stesso giocatore che avevo lasciato – conclude Maran – un calciatore con grande volontà che cerca sempre la porta. E poi c’è Neto che ci dà quell’inventiva che tutte le squadre vorrebbero avere. Ma più che parlare dei singoli vorrei elogiare la squadra perché ha sempre mantenuto l’equilibrio necessario per condurre in porto la vittoria».
Ha una bella faccia, l’argentino Emanuel Rivas. Sorridente, con un atteggiamento aperto e rilassato. «Sono contento per questo gol – dice il giocatore – arrivare in una nuova squadra così è bello, avevo bisogno di un cambio e qui mi trovo molto bene. Il primo tempo siamo stati tante volte davanti al portiere perché siamo entrati con la mentalità giusta ed è sempre il gruppo che fa la differenza. E’ bello vedere la gente che tifa per noi anche con questo freddo. Dedico il mio gol alla famiglia, alla società e ai tifosi».
E’ un Varese votato all’esperanto, quello di Maran.  Il danese Troest, alla domanda su che lingua si parla in campo, fa un bel sorrisone. «In campo parliamo una lingua mista e ci capiamo» dice il centrale difensivo del Varese. E contro il Gubbio tutta la squadra di Maran si è intesa a meraviglia. «Abbiamo provato a fare il secondo gol e nel primo tempo avevamo tante occasioni – continua il calciatore danese -. Tutta la squadra ha giocato bene e davanti hanno fatto una bella pressione. Ora stiamo bene, abbiamo realizzato 13 punti su 15 a disposizione segno che siamo una buona squadra. Ci sono tante partite ancora da giocare, ma possiamo lottare per questo sesto posto, grazie anche ai giocatori forti che abbiamo preso. Con Terlizzi mi trovo bene: ha tanta esperienza e tanta tranquillità e io vicino a lui mi sento tranquillo. E più giochiamo, più migliora l’intesa».