Sfida in “nero” tra Lega e Pd: vince il dialogo
Un pacato dibattito, pieno di spunti, su un tema delicato come immigrazione e sicurezza ha visto dialogare Sandy Cane sindaco di viggiù e il parlamentare Touadi
Jean Leonard Touadi e Sandy Cane sono due politici con la pelle scura, ma su opposte barricate (Touadi nel Pd, parlamentare, Sandy sindaco di Viggiù con
La percezione popolare è al centro del ragionamento di Sandy Cane: “Il problema dell’immigrazione c’è – spiega il sindaco – in quanto non vengono rispettate le regole; negli Usa se non hai il visto, vieni accompagnato sull’aereo. In Italia c’è paura perché ci sono troppi clandestini. E hanno il problema di come mangiare. Oggi hanno solo due alternative: o essere sfruttati come animali o fare i delinquenti. Quando arrivavo alle 20 e 30 alle Ferrovie nord, avevo paura e facevo i cento metri come il record del mondo. La soluzione? Se ne fanno entrare solo un tot: devono avere una casa e un lavoro decente".
Lo studio dei dati, razionale, è l’argomento principe da cui parte Jean Leonard Touadi: “L’immigrazione è una cifra essenziale della nostra contemporaneità, un fenomeno epocale e mondiale, non è un fastidio temporaneo, muove 191 milioni di persone, che solcano oceani per trovare pane e incolumità fisica. Far credere che l’Italia possa ritagliarsi una posizione privilegiata su questo fenomeno è una menzogna. I partiti di centrosinistra sono quelli dell’anarchia? Non è vero, siamo stati i primi a introdurre il concetto della programmazione dei flussi. L’idea è questa: sentiti i territori, il ministro dell’interno determina le quote di ingresso legale nel nostro paese. E’ una nozione estremamente moderna e avanzata”. Il parlamentare però ammette: "In certi quartieri non abbiamo accompagnato pedagogicamente la gente alla comprensione del fenomeno”.
Ma le città si stanno colorando con negozi e odori di etnie diverse, come accade attorno alla stazione di Varese, lo ha ricordato Marco Giovannelli, il direttore di Varesenews: “Il problema esiste, perché chi ha figli adolescenti sa che le famiglie si preoccupano dei luoghi poco sicuri delle città”. Ma è giusto fare leva politicamente sulla paura?
“La paura esiste quando non conosci le persone – commenta Sandy Cane – la paura ci sarà sempre, c’è anche negli Usa, l’Europa non è molto abituata alla conoscenza dell’altro, che non esista più la paura è solo un’utopia. E l’anello mancante è il rispetto reciproco di usi e costumi; però noi dovremmo tutti lavorare per conoscere le rispettive usanze e puntare sul reciproco rispetto, che è fondamentale”.
Touadi lo riconosce: “Sì, c’è una insicurezza di fondo, ma quello che mi dispiace è l’imprenditoria della paura, cioè il farne un fondo di un commercio elettorale. La mia esperienza a Roma, come amministratore, è stata quella di imparare umilmente a non stigmatizzare la paura dei concittadini. E’ facile chiamare razzisti chi si lamenta delle spezie diverse o del rumore del vicino, ho imparato a prenderne atto. Io, come assessore alla sicurezza, fui accusato della morte della Reggiani. Alemanno ha vinto con la promessa di cacciare 20mila romeni, e ha vinto nei quartieri periferici, ma adesso si è accorto che quelle promesse sono irrealizzabili". Touadi paventa la realizzazione di quartieri dove vengano abbattuti i muri.
Sandy poi ha raccontato la storia delle sua famiglia, la madre di Viggiù figlia di scalpellini, il padre militare Usa, l’infanzia in Usa.
Il parlamentare congolese ha una storia singolare:”Mio padre era un funzionario del ministro degli esteri, a 18 anni gli dissi che non l’avrei più seguito, ed ero a Roma. Così ho fatto tanti lavori, ho conosciuto i quartieri operai, ho fatto il portiere di notte, ho raccolto l’uva, ho conosciuto il Pci, l’Arci e monsignor Di Liegro, che mi ha aiutato nel passaggio della mia educazione borghese alla vita dei quartieri”.
E infine, l’ultima domanda. Che cosa rappresenta Obama per loro? “Lui ha grandi responsabilità ma è il mio idolo, ed è il mio presidente” dice Sandy. E Touadi: “Obama rappresenta una novità anche per i neri. All’inizio fu osteggiato, perché i suoi avi non erano schiavi. E’ una reazione che si riscontra anche a New York dove i neri sono stupiti, perché i nuovi africani sono spigliati, con idee chiare. E così è Obama, viene direttamente dall’africa, non dalla storia della schiavitù. Spero che da lui in poi, i miei figli saranno giudicati non per il dosaggio di nero, ma per quello che sapranno fare”
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