“Guardo mio figlio e dimentico i suoi limiti”
La nascita di un bambino down mette i genitori di fronte a una realtà diversa dalle aspettative. Accettarlo è il primo passo, pensando alle potenzialità di un figlio particolare
«Congelamento. Si può descrivere così la sensazione di un genitore che scopre che il figlio che sta per avere è down. E forse è proprio in questo momento delicato che si richiede lo sforzo più grande, quello di reagire, prendere coscienza della realtà e affrontarla. Essere spaesati è naturale, soprattutto all’inizio». Rita Bartolini è una psicopedagogista varesina. Nel suo lavoro dialogare con le famiglie e aiutarle a superare quelli che possono sembrare ostacoli enormi è la quotidianità.
«Può sembrare strano ma ai genitori di un bambino down non viene chiesto nulla di più rispetto agli altri – spiega -. Hanno un compito educativo che sarà costruito in base alle caratteristiche e alle esigenze del proprio figlio e che sarà portato avanti giorno per giorno. Ma riflettiamo: anche nelle altre famiglie, dove ci sono due o più bambini, l’educazione viene “personalizzata”. Ogni bambino e adolescente è cresciuto in modo diverso perché ogni persona è diversa. Anche il percorso dell’educazione di una figlia o di un figlio nati con la sindrome di down si costruisce dunque sull’individuo e nella quotidianità. In questo modo si contribuisce a creare un futuro, nel quale la crescita è anche quella dei genitori nella loro figura di adulti». Sono tanti gli aspetti che accomunano i genitori di bambini down. Dalle paure iniziali alla crescita, dalle emozioni alla voglia di condividere le proprie eseperienze.
Giovanna Brebbia, dirigente medico dell’Unità operativa Chirurgia generale I dell’ospedale di Circolo e organizzatrice dell’incontro “La persona down. Progettiamo un futuro adulto” in programma il 19 e il 20 novembre a Varese, ha raccolto diversi contributi scientifici ma prima di tutto porta la sua esperienza personale: «Non c’è un messaggio preciso che posso dare agli altri genitori, forse le emozioni e le difficoltà che affronteranno sono l’aspetto più complesso da raccontare – ha commentato la dottoressa -. Ogni persona che sta per avere un figlio ha delle aspettative rispetto al futuro del proprio bambino. In questi casi però dovrà rivedere tutto e non è affatto semplice. Nel mio caso la prima cosa è stata quella di accettare quello che stava accadendo». Un passo complesso che fare da soli spesso non è possibile. «Sono molte le persone che aiutano i padri e le madri di bambini down nella crescita del loro bambino ed è importante affidarsi al loro aiuto che rappresenta un vero e proprio sostegno. Sono medici, psicologi, psicopedagogisti: persone specializzate. Quello che mi sento di consigliare è solo una cosa ed è di ribaltare la visuale: accantonare i limiti dei nostri figli e pensare in positivo, credere e stimolare le loro potenzialità. È l’aiuto più grande che possiamo dare».
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
DavideCastronno su "Chiediamo ad Anas di abbattere i ruderi all'ingresso di Varese"
ccerfo su Ogni domenica contro l'orrore, a Varese la protesta che non si ferma
Alberto Gelosia su Anche questa domenica si scende in piazza a Varese per la Palestina
Angelomarchione su Gioia varesina in Olanda: la squadra di "Anima" trionfa alla Color Guard 2025
Fabio Rocchi su "Mio figlio di 7 anni allontanato dall'oratorio di Gorla Maggiore perché musulmano"
fracode su Anche questa domenica si scende in piazza a Varese per la Palestina
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.