“I comunisti sono stati un valore”

É stata inaugurata la mostra di documenti e fotografie “Il PCI nella storia d’Italia - il PCI a Varese” alla Cooperativa di Belforte. Una grande partecipazione a cui si è unito anche il sindaco Fontana

pciColtivare la memoria non significa indugiare nella malinconia. "Anche se non ci sarebbe niente di male, perché per molti di noi erano gli anni della giuventù". Ambrogio Vaghi prende la parola, dopo una breve presentazione di Robertino Ghiringhelli, per raccontare le ragioni della mostra sulla storia del partito comunista a Varese. "Un’idea che è nata a Roma quando abbiamo visitato quella realizzata in occasione dei 150 ani dell’Unità d’Italia e che fa scorrere i 90 anni del Pci".
L’inaugurazione al circolo di Belforte è stata una vera occasione di incontro non solo per quanti hanno militato e partecipato attivamente nel Pci, ma anche per tanti giovani e personaggi che erano attivisti di altri partiti. Uno per tutti l’ex democristiano di allora Giuseppe Adamoli. Una gradita presenza anche quella del sindaco di Varese, Attilio Fontana. Tra il pubblico, oltre all’onorevole Daniele Maratelli, gli utlimi due segretari del Pci: quello provinciale, Rocco Cordì, e quello cittadino, Stefano Tosi.
La mostra di documenti e fotografie “Il PCI nella storia d’Italia – il PCI a Varese”, è stata promossa da Ambrogio Vaghi, Claudio Donelli e Maria Pellegatta, alla Cooperativa di pciBelforte. Molto del materiale sul PCI varesino, è stato fornito dall’editore Carlo Scardeoni e alcune fotografie sono state tratte dall’archivio privato dello storico Franco Giannantoni.
La mostra è stata «voluta, nel 150° anniversario dell’unità d’Italia, per sottolineare qual è stato il contributo del PCI nella storia del nostro paese», commenta la senatrice Maria Pellegatta. Settant’anni di storia che si intrecciano con la storia della società italiana perché, come riferisce Andrea Vaghi, «siamo convinti che non si può raccontare la storia d’Italia eludendo la storia dei partiti politici». E riprende, a corollario, una frase di Antonio Gramsci «la storia di un partito è storia di un paese da un punto di vista monografico».
La mostra nazionale, a differenza di quella varesina, ha un carattere multimediale , voluto soprattutto perché intende rivolgersi ai giovani, ed è già stata a Roma nel gennaio di quest’anno.Tra le tante notizie riportate sui pannelli, si scopre che il primo sindaco di Varese nominato dal Comitato di liberazione nazionale, fu l’operaio verniciatore, comunista, Enrico Bonfanti. E che Varese ospitò, in località Rasa, «uno dei più importanti esempi di sperimentazione educativa, lapciica e democratica, del dopoguerra italiano»: il villaggio-scuola Sandro Cagnola (nella foto), di cui divenne direttore, nel 1952, il partigiano Sergio Rossi (che dirigerà fino alla sua morte, avvenuta nel 1961). Convinto che l’educazione «anziché poggiare su idee astratte, deve piuttosto fare leva sullo stimolo dell’emulazione, e della solidarietà», diede molta importanza alla creatività, attraverso il disegno, la pittura, la musica e il teatro. Il villaggio venne organizzato sull’esempio dei Villaggi per ragazzi creati in Europa nel dopoguerra. Fu costruito con finanziamenti della confederazione Elvetica ed ospitava orfani di partigiani e deportati politici, ragazzi inviati dai tribunali per minorenni, o con gravi disturbi del comportamento, figli provenienti da famiglie in difficoltà ed orfani dei contadini assassinati dalla mafia siciliana.
La mostra sarà aperta tutti i giorni, fino al 10 ottobre, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18, alla Cooperativa di Belforte in viale Belforte 165.

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Pubblicato il 01 Ottobre 2011
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