Piano faunistico, protestano i cacciatori
Il Consiglio provinciale approva le nuove disposizioni, ma secondo le doppiette il territorio sottratto alla caccia eccede i limiti imposti dalla legge. Specchiarelli: “Proposte irricevibili”
Cacciatori varesini arrabbiati con la Provincia di Varese. Motivo: troppo territorio sottratto all’attività venatoria nel nuovo piano faunistico provinciale adottato ieri sera, 18 dicembre dal consiglio di villa Recalcati. Voto a maggioranza, con astensione delle opposizioni, e proteste dei cacciatori. Un piano che secondo Luigi Roi, presidente varesino di Federcaccia, «abbiamo per due anni cercato di far modificare senza successo, e che è stato approvato questa sera senza alcuno dei nostri suggerimenti».
Ma cosa contestano nello specifico le doppiette? Tutto sta in una sigla: “TASP” (Territorio Agro Silvo Pastorale). Secondo i cacciatori “la percentuale di TASP complessivamente protetto in Zona Alpi è pari al 26.2%, mentre al di fuori della Zona Alpi è pari al 44,2%. Tali valori eccedono ampiamente i limiti imposti dall’art. 13 della L.R. 26/93, a riconferma della riduzione drammatica dell’effettiva superficie di Territorio Agro Silvo Pastorale disponibile in Provincia di Varese per l’attività venatoria. La causa di tale scompenso è, palesemente, la proliferazione irrazionale delle aree di divieto di caccia ampiamente eccedenti i limiti di legge. A fronte di un 44,2% di TASP utile sottratto all’attività venatoria si rileva altresì un enorme sbilanciamento fra il nord ed il sud della provincia nel quale la media sale a punte del 60%”.
Inoltre, fra le proposte presentate alla Provincia erano presenti l’ipotesi di “supportare, nel Parco Campo dei Fiori, la richiesta di innalzamento dei confini sud e nord del parco naturale non coincidenti con confini naturali; nel Parco della Pinetina e nel Parco della Valle del Ticino la trasformazione del territorio prevalente in Parco Regionale” e di “supportare la trasformazione delle Zone Militari di Lonate Pozzolo e dell’area per il presunto ampliamento (terza pista) di Malpensa (Cascina Semprevento) in zone fruibili per l’attività venatoria”.
Come mai nessuna di queste proposte è stata accolta? E perché così poco territorio per la caccia, chiedono i cacciatori? Risponde l’assessore Bruno Specchiarelli. «Sì è vero, il territorio adibito a caccia nella provincia di Varese è poco e compromesso: abbiamo il 46% della superficie provinciale non cacciabile ed in esso sono compresi parchi, aziende faunistiche e le distanze previste dalla legge. Abbiamo poi un sud della provincia fortemente urbanizzato. Ora, le proposte provenienti dai cacciatori sono irricevibili, poiché chiedono di sottrarre superficie ai parchi naturali: non solo ritengo questa proposta politicamente sbagliata, ma anche non di nostra competenza. Proposte di questo genere, inoltre, alimentano inutili aspettative fra i cacciatori».
«La questione delle zone militari di Lonate Pozzolo mi vede d’accordo – conclude Specchiarelli – ma anche in questo caso non è di nostra competenza: già nel 2003 io scrissi al ministero della Difesa per sottoporre il problema: certo, non per esercitare attività venatoria (siamo in zone sulle quali volano bassi gli aerei…), bensì per l’addestramento dei cani o per l’attività di ripopolamento. Sto ancora attendendo da Roma l’arrivo della risposta».
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