Sono un diplomatico e tifo Avellino
Almeno duecento i tifosi della squadra irpina fuori dallo stadio. Molti di loro però arrivano dalla Svizzera e da tutto il Nord Italia

Sono arrivati dalla provincia di Avellino, ma anche da Torino, Losanna, Lugano e Ginevra. Per molti di loro è stata un’amara sorpresa sapere che la partita contro il Varese non si sarebbe giocata a causa degli atti di vandalismo che hanno reso impraticabile il campo del Franco Ossola. «Abbiamo sentito la notizia alla radio – spiega un tifoso irpino -ma eravamo già a Parma e quindi tornare indietro non avrebbe alleggerito la situazione. Speriamo che almeno la facciano disputare domani».
Il campo di gioco è stato devastato nella notte: porte segate, buche scavate ovunque e alcune scritte contro i calciatori del Varese e la società. «Non è bello sentirsi chiamare infami e quanto è successo mi lascia sgomento. Siamo in Italia e queste cose accadono solo qui» dice Zecchin, veterano e uomo simbolo del Varese, mentre sta raggiungendo lo stadio a piedi con il compagno di squadra Falcone.
Il piazzale riservato ai tifosi ospiti inizia a riempirsi di macchine e bandiere verdi. “I lupi” avellinesi chiedono con gentilezza informazioni a tutte le persone che incontrano. Tra loro c’è anche un diplomatico della Santa Sede presso L’Onu a Ginevra. «Tifo Avellino da sempre – spiega il giovane funzionario di Stato – e quando posso farlo seguo anche le partite dal vivo. E poi Varese è più vicina a Ginevra che non Avellino, tra l’altro è una città che conosco bene perché ho tenuto dei corsi all’università dell’Insubria».
Nel frattempo arriva in taxi allo stadio anche l’arbitro, ma nemmeno lui sa con certezza che cosa accadrà. Gli steward presidiano i cancelli e respingono tutti, compresi giornalisti, fotografi e operatori tv. «Abbiamo l’ordine di non far entrare nessuno» dice uno di loro all’entrata riservata alle squadre.
Le voci si rincorrono, ma è solo alle 13 e 40, dopo un summit tra i responsabili della società, forze dell’ordine e Lega calcio, che viene confermato il rinvio della partita per il giorno dopo, domenica 19 aprile. E così, vista l’ora e visto che non si giocherà, ai tifosi irpini non resta che consolarsi con un pranzo a base di soppressata, provolone e un fiasco di buon Taurasi.
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