Parà varesino ucciso, c’è una testimone

La figlia della donna ferita nell'aggressione ha raccontato alla polizia la scena del delitto. Intanto tutta varese aspetta la salma di Paolo Grassi. Il ricordo dei familiari

Paolo Grassi in Alaska

Saranno celebrati nella chiesa di Biumo Inferiore, a Varese, i funerali di Paolo Grassi, 33 anni, il militare italiano, ex parà della Folgore, ucciso ad Anchorage a coltellate, domenica mattina. «Non possiamo però ancora comunicare il giorno. Stiamo aspettando che l’ambasciata ci informi sul ritorno della salma – spiega  la sorella, Enrica Grassi – credo che ci sarà un rosario, un’ora prima delle messa, nella chiesa parrocchiale. Paolo sarà seppellito a Tronzano, dove è stato già seppellito, sette anni fa, nostro padre».

Novità sul delitto

Intanto dall’Alaska arriva qualche particolare sul delitto, pubblicato oggi dai giornali locali. Alvin Rodriguez-Moya, 40 anni, è l’autore dell’omicidio. L’uomo, pregiudicato, si è introdotto, nella notte tra sabato e domenica, nella casa della ex fidanzata di 56 anni, a Penland Parkway, e ha colpito Paolo Grassi e la donna. Quanto avvenuto è stato raccontato da una testimone oculare, la figlia della donna ferita. La ragazza si trovava in casa ed è stata svegliata dalle urla. Ha riferito di aver afferrato la madre e di averla portata in camera chiudendo la porta. Rodriguez-Moya avrebbe poi aggredito Paolo Grassi in salotto, prima con delle urla, poi a coltellate. Infine ha sfondato la porta a calci e ha accoltellato la 56enne, ma è stata fermato dalla ragazza prima che potesse ucciderla. Alla fine dell’aggressione, la testimone ha visto il soldato italiano, in soggiorno, riverso a terra, vicino a un tavolino spaccato. 

L’assassino è stato rintracciato, qualche ora dopo, a casa sua. Un vicino di casa ha notato che aveva un taglio sul sopracciglio, come si vede anche dalle foto pubblicate sui giornali americani. Il giudice ha disposto una cauzione da 1 milione di euro. Rodrigueze-Moya rischia l’ergastolo. Il distaccamento dell’Alaska dell’esercito americano ha diffuso anche altre notizie su Paolo Grassi. Era emigrato allo stato nel mese di agosto 2012. Inizialmente si era arruolato a Twin Falls, Idaho, nel mese di aprile 2012. Si è laureato da One Station Training Unit e Airborne School at Fort Benning, in Georgia, nel luglio 2012, come fante.

Un parà coraggioso

«Aveva preso la cittadinanza americana – conferma la sorella Enrica – ed aveva partecipato in passato a diverse missioni in scenari di crisi internazionali». Una vicina di casa, la signora Angela, ricorda che era stato ferito in almeno due occasioni, e in particolare in Afghanistan. Secondo alcuni amici, con l’esercito americano aveva partecipato anche a una missione in Colombia. Ma non solo: aveva lottato contro un malattia a una gamba e aveva superato anche questa prova. Ieri sera un ex commilitone, Thomas, è partito da Livorno per andare dalla famiglia e tenere informati gli ex colleghi della Folgore. Alla madre, Maria Santangelo, che stamattina era costernata e ancora smarrita per il dolore, ha raccontato che il figlio era un esempio di coraggio per gli altri, e che in tante occasioni era stato proprio Paolo a dare forza agli altri commilitoni.

«Sembrava volesse capovolgere il mondo – racconta Angela, la vicina di casa – era un ragazzo con un forza, un’allegria, una vitalità davvero fuori dal comune. Era intelligentissimo, parlava inglese, spagnolo, arabo e anche altre lingue. Ha fatto una vita sorprendente e sempre piena di entusiasmo». A salutare i familiari, questa mattina, nella casa di via Turati dove Paolo è cresciuto, c’era anche Josè, un amico peruviano: «Conosceva il Perù meglio di me – racconta –  siamo cresciuti insieme e da ragazzi abbiamo passato tante serate a ballare e fare festa. Era un amico carissimo per tutta la nostra comunità». Paolo era stato anche volontario all’osservatorio del campo dei fiori. Ad alcuni amici aveva detto che, nel caso gli fosse successo qualcosa avrebbe voluto essere ricordato con una canzone chiamata Amazing Grace (My Chains Are Gone). Lascia una moglie, Connie, e una bimba di 1 anno e 2 mesi, Maria, che la nonna era andate a trovare la scorsa estate ad Anchorage.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 05 Maggio 2015
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.