“A Volandia c’è una nostra locomotiva”: Reggio Emilia la rivuole
La Gazzetta di Reggio dedica un servizio a un pezzo storico salvato dal degrado da Ogliari negli anni '80. Il Locomotore fa parte del Museo dei trasporti che riaprirà il 4 settembre
“Restituiteci la locomotiva”. Mentre a Volandia fervono i lavori in vista dell’inaugurazione del nuovo spazio dedicato al «Museo europeo dei trasporti Ogliari», da Reggio Emilia parte una crociata per riportare a casa la locomotiva CCFR8 (Consorzio Cooperativo Ferrovie Reggiane).
Sulla Gazzetta di Reggio viene ripresa la richiesta del Safre (Sodalizio amici delle ferrovie Reggio Emilia) che spinge perchè l’ACT, proprietaria della macchina, ne esiga la restituzione.
La questione è legata a un accordo che Francesco Ogliari sottoscrisse negli anni ’80 con l’Act per salvare dal degrado e dall’oblio, il pezzo ormai storico.
Costruita nel 1908 dalle Officine Reggiane su licenza tedesca insieme alla sorella gemella, rimase in funzione fino al 1959, racconta la Gazzetta di Reggio, per poi andare in pensione. La sua ingloriosa fine, in un capannone nel deposito ferroviario Act-Fer di Santa Croce, indusse Francesco Ogliari a chiedere di prenderla perché avesse degna visibilità nel suo museo dei trasporti a Ranco, sul lago Maggiore.
L’accordo prevedeva una cessione in comodato d’uso con la clausola della restituzione entro sei mesi davanti a esplicita richiesta.
Ed è proprio quella che il Safre chiede a gran voce all’associazione proprietaria. Non è ancora chiaro se qualcuno abbia già rivendicato presso gli eredi Ogliari quella locomotiva a vapore.
Per ora, al museo di Volandia proseguono i lavori di allestimento senza interruzioni: tutti i pezzi sono stati donati dagli eredi di Francesco Ogliari e, al momento, nessuna notizia è arrivata a ribaltare i piani ormai fissati per l’apertura ufficiale in programma alle 11 del prossimo 4 settembre.
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L’accordo prevedeva una cessione in comodato d’uso con la clausola della restituzione entro sei mesi davanti a esplicita richiesta.
mò che è bella restaurata la rivogliono.
fantastici emiliani
Devono fare esplicita richiesta… Ma non solo…intanto devono pensare ad un sito dove tenerla o esporla… Quindi preparare il basamento sul quale posizionare il locomotore…spese… Devono venire a prenderla… Altre spese… E poi dovranno fare la manutenzione… Ancora altre spese… Ma chi ha scritto l’articolo sul giornale emiliano parla per se è pagherà lui tutte le spese? Perché se ACT, unica avente diritto, non reclama il locomotore…. Questo può restare a Volandia!