Plunk Extend: “Una fusione di colori, ecco la nostra musica”
Cinque mondi che si incontrano per creare un progetto: ecco la band milanese in concorso a Va sul Palco sabato 9 gennaio

“I Plunk Extend nascono nel 2006 per suonare roba rumorosa in inglese e darci una scusa per fare feste deliranti con mise improponibili”. Si presenta così il gruppo di Milano che sabato 9 gennaio sarà sul palco delle Cantine Coopuf di Via De Cristoforis per la terza serata di “Va sul palco”, il concorso per band emergenti.
La band è composta da Lorenzo Cetrangolo, Andrea “Pidi” Tedesco, Daniele Cetrangolo, Alessio “Il Fauno” Montagna, Mattia Pontremoli e quella che leggete qui sotto è la loro breve storia e qualche curiosità.
“Saltiamo poi al 2012 – continua a raccontare Lorenzo -, quando passiamo all’italiano e a un tipo di musica completamente diverso. Causa dell’evoluzione è una sorta di nuova consapevolezza, un desiderio di auto-determinarci in modo più preciso e coraggioso. Il nostro nome non significa nulla, ha una storia banale, come molti nomi. Vorremmo che ciò che facciamo connotasse nel bene e nel male il nostro nome, e non viceversa”.
Come si intitola il vostro ultimo lavoro discografico?
“L’ultimo lavoro uscito è PRISMA, che consideriamo il nostro “primo vero disco”. Contiene cinque brani, che rappresentano simbolicamente, attraverso la metafora dei colori, i mondi immaginari che ognuno di noi si è costruito per sfuggire alla realtà. Cinque colori, cinque mondi, cinque membri della band: ogni brano è stato infatti composto partendo dalla suggestione di uno di noi e poi completato in sinergia con gli altri componenti. Un esperimento che ci ha indicato la via per i lavori futuri e che parla di noi, in quanto persone e in quanto band, ma che, come ogni narrazione simbolica, contiene anche qualcosa di universale, di aperto a tutti”
Quali sono i vostri punti di riferimento musicali?
“Partecipiamo tutti a composizione e arrangiamento dei brani, e abbiamo cinque teste e dieci orecchie molto, molto diverse. Sarebbe quindi una follia indicarti artisti o band che ci ispirano, perché sarebbero talmente vari da non suggerire in modo preciso cosa poi ci troviamo a fare. In modo più generale, comunque, il nostro sogno è unire tre idee musicali che troviamo affascinanti: l’accessibilità e la rotondità del pop, gli incastri e le storture di certa psichedelia e la fantasia, la compiutezza e l’attenzione ai contenuti del cantautorato”
Avete già partecipato a concorsi musicali per band emergenti in passato?
“Certo, è un modo utile per avere qualche possibilità in più di muoversi e di incrociare situazioni e persone che altrimenti non avremmo occasione di conoscere”
Cosa vi aspettate da questa esperienza?
“Ci piacerebbe far arrivare la nostra musica a persone nuove e magari imparare qualcosa. Ogni occasione è buona per collezionare esperienze e visitare mondi nuovi che ancora non abbiamo avuto modo di attraversare. Speriamo di farlo anche qui”
Cosa pensate della situazione della musica in Italia oggi? C’è abbastanza spazio per le band emergenti?
“Sono domande di rito che lasciano il tempo che trovano, è un argomento complesso che andrebbe affrontato con l’attenzione e la profondità giuste. Potrei dirti che lo spazio non c’è perché ci sono in giro semplicemente troppe band (non solo “emergenti”). O che, alla fine, lo spazio è qualcosa che bisogna crearsi, con costanza, coerenza e convinzione. Ci divertiamo tutti molto a discutere di queste e altre questioni nelle pause in saletta, poi per fortuna finisce il caffè e si torna a fare la cosa più importante: suonare, scrivere, inventare, dire qualcosa”
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