Bimbo morto in sala parto

Tragedia a gennaio, denuncia in procura e fascicolo aperto contro ignoti

I volontari dell'accoglienza all'ospedale di Circolo

Bimbo morto in sala parto: negligenza o fatalità? Indaga la procura di Varese, dopo l’esposto dei genitori. Il piccolo Gabriel è deceduto il 19 gennaio all’ospedale Del Ponte, dopo un parto cesareo finito male. La madre I.B., 37 anni, ha potuto tenerlo in braccio un’ora dopo. L’ha guardato, accarezzato, salutato e le è venuto qualche dubbio su quanto le era stato detto.

IL DECESSO

Il padre, A.M., nell’esposto scrive che dopo lo sfortunato parto una ginecologa dice alla coppia che il figlio era nato deforme. I genitori non sono convinti. Dalla foto non si nota nulla, ma occorrerebbe un controllo più approfondito e la famiglia vorrebbe l’autopsia. I genitori inoltre non sanno ancora se il piccolo sia nato morto o sia spirato dopo la nascita. Altro dato: il 13 gennaio la donna aveva fatto una ecografia in cui risultava tutto a posto. Inoltre fino alle 6 e 15 di mattina, 20 minuti prima della nascita, il battito del feto era regolare.

IL TRAVAGLIO

Il pm Massimo Politi ha aperto un fascicolo contro ignoti: indaga la squadra mobile. La donna era entrata in ospedale il 17 gennaio alle 15 e 30. Alle 20 e 30 erano iniziate le contrazioni, alle 2 era già dilatata di 10 centimetri dopo che le era stata praticata la procedura per indurre il parto. Purtroppo alle 6 di mattina la situazione era ancora in stallo. La madre del piccolo era spossata e i genitori hanno optato per il parto cesareo. Poi la brutta notizia. Nell’esposto presentato dall’avvocato Sandro Damiani si legge che la coppia non è stata informata in un primo momento delle cause del decesso. Mentre in un secondo momento una ginecologa ha riferito che il bambino era ”deforme”. Infine alla coppia è stato detto che il piccolo aveva “una incompatibilità con il mondo esterno, un caso che si verifica su un milione”.

INCOMPETENZA A NASCERE

L’ospedale si difende. “E’ stato fatto tutto secondo le linee guida e correttamente. E’ una fatalità. Il cuore di fatto non ha mai respirato. Questi casi vengono definiti come incompetenza a nascere”. Sarà l’autopsia però a chiarire come stiano le cose, anche se dall’ospedale fanno sapere che solo 17% delle autopsie è in grado di individuare le cause di una morte di questo tipo durante la nascita.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 10 Febbraio 2016
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