Giro di vite della Polizia contro la prostituzione sul Sempione
Da alcuni mesi erano diventate presenze stabili lungo l'asse del Sempione a nord della città. Cinque donne nigeriane sono state identificate ma le indagini proseguono per risalire agli sfruttatori

Durante la notte tra mercoledì e giovedì le volanti del Commissariato della Polizia di Stato di Busto Arsizio, affiancate dai colleghi del Reparto Prevenzione Crimine per la Lombardia e da agenti del comando cittadino della Polizia Locale, hanno effettuato un mirato servizio di controllo del territorio per identificare le donne che esercitano la prostituzione lungo il Sempione e per sanzionarne gli eventuali comportamenti illeciti.
Il fenomeno, che sembrava ormai debellato almeno in quella zona della città da alcuni anni, è riesploso negli ultimi mesi con la presenza di una mezza dozzina di prostitute africane ed è finito diverse volte nel mirino dell’assessore alla Sicurezza Massimo Rogora che aveva chiesto un intervento risoluto.
Al termine del servizio gli agenti hanno accompagnato negli uffici di via Ugo Foscolo cinque donne, tutte cittadine nigeriane di età compresa tra i 40 e i 19 anni.
Terminate le operazioni di identificazione tramite le impronte digitali e i successivi accertamenti, una delle fermate, residente a Busto Arsizio e titolare di carta di soggiorno, è stata rilasciata con una denuncia per non avere esibito i documenti identificativi. Delle altre quattro, una è risultata irregolare in Italia e, dopo essere stata denunciata per il reato di immigrazione clandestina e per la mancata esibizione dei documenti, è stata espulsa.
Quanto alle ultime tre è emerso che in tempi e luoghi diversi – rispettivamente Lodi, Reggio Calabria e Bologna – avevano presentato domande di asilo politico. A loro è stato notificato il divieto del Questore di Varese di tornare a Busto Arsizio per tre anni, con foglio di via obbligatorio per i comuni ove hanno dichiarato di essere domiciliate. La loro condizione, inoltre, è stata segnalata alle Questure che hanno ricevuto le istanze di protezione internazionale per valutare la compatibilità con il beneficio richiesto e la credibilità delle vicende narrate a sostegno della richiesta di aiuto.
Dal commissariato fanno sapere che l’attenzione sul fenomeno resta alta e analoghi servizi verranno ripetuti anche in futuro parallelamente ad attività investigative finalizzate all’identificazione di eventuali sfruttatori, come già accaduto con l’indagine condotta dal Commissariato e dalla Procura della Repubblica e conclusa nel settembre 2016, per la quale andranno prossimamente a giudizio 14 persone, variamente accusate di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione esercitata proprio da donne nigeriane.
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