Arrestato il vicepresidente del Foggia Calcio
L'indagine della Gdf di Varese su un giro di evasione fiscale ha portato a nuovi clamorosi sviluppi

Nuovo capitolo dell’operazione “Security” che nel maggio scorso aveva già portato all’esecuzione di 5 misure cautelari a soggetti, a vario titolo, accusati di far parte di un’associazione per delinquere che ha favorito gli interessi, in particolare a Milano e provincia, della famiglia mafiosa catanese dei “Laudani”.
Oggi la Gdf di Varese ha eseguito l’Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere, emessa dal G.I.P del Tribunale di Milano, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia (P.M. Dr. Storari) a carico del commercialista foggiano Ruggiero Massimo Curci, per autoriciclaggio.
(Nella foto, tratta da Facebook)
Le ultime indagini hanno portato anche a 6 perquisizioni, cui 3 a soggetti di origine campana dimoranti a Verderio (Lecco). A Novembre la magistratura aveva già disposto il sequestro preventivo d’urgenza, per un valore di beni pari a 8,2 milioni di euro, a carico del medesimo professionista.
Furono sequestrati appartamenti e autovetture di grossa cilindrata, denaro e polizze assicurative nella disponibilità dell’indagato. Curci viene indicato dalla magistratura quale referente di un sistema di evasione fiscale e contributivo basato su indebite compensazioni di crediti tributari.
Avrebbe ricevuto illeciti compensi da parte di società riconducibili a Antonio Saracino, Giuseppe D’Alessandro, Antonino Catania e Luigi Sorrenti (i primi 3 tratti già in arresto in data 12.07.2017 in esecuzione di misura cautelare del G.I.P. di Milano), i quali avevano gestito in modo fraudolento una serie di cooperative operanti nel settore della logistica e dei trasporti, svuotandone con artifizi i conti correnti
Tre la altre accuse anche quella di avere autoriciclato parte del denaro ricavato illecitamente finanziando per importi rilevanti il Foggia calcio (del quale il Curci era indirettamente, fino al maggio 2017, socio al 50% e vice Presidente, carica tutt’oggi rivestita a titolo onorario). L’indagine nasce in provincia di Varese dopo un controllo della guardia di finanza, che portò alla pista delle false fatture.
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