Freddo polare, cellulari e falò: si rinnova la tradizione

Anche nella serata del 16 gennaio si è consumato il milllenario rito del falò di Sant'Antonio, giunto quest'anno alla cinquantesima edizione dei "Monelli"

Mille anni di tradizione, cinquanta ininterrotti di "spettacolo" davanti a piazza della Motta, un freddo polare praticamente tutti gli anni durante l’attesa: anche ieri sera si è rinnovata la tradizione del falò di Sant’Antonio, che l’associazione "I monelli della Motta" continua a proporre per un pubblico che non cala con gli anni e non è mai dissuaso dal clima freddo in cui solitamente si svolge, e che era particolarmente intenso in questa serata di gennaio 2001.

Un rito che resiste quanto la messa di Natale, che ha saputo trattenere i "tiepidi" a colpi di vin brulè. Un principio di attrazione in questo caso è l’antica tradizione del lancio dei bigliettini con i desideri nel falò, chiedendo a sant’Antonio che vengano esauditi: una consuetudine che non solo non muore, ma si rinnova nelle nuove generazioni, tanto tecnologiche (ieri sera i telefonini squillavano all’impazzata, più che altro per consentire alle persone di ritrovarsi tra la folla) quanto ancora prepotentemente legate alla scaramanzia. E che fanno "fare gli straordinari" ai volontari e ai vigili del fuoco intorno al falò per motivi di sicurezza.

Molto fanno anche le bancarelle, che mantengono una caratteristica antica: qui si trovano frittelle e dolciumi, giocattoli (andavano molto di moda – e costavano parecchio, diecimila lire –  i palloncini argentati: molti  Pikachu ma anche qualche Patamon, cioè i primi rappresentanti dei Digimon)  e paccottiglia varia, ma anche gli ormai semiscomparsi "filoni" di castagne affumicate. Oltre naturalmente al vin brulè e alle altre bevande più calde che si può.

Un successo che in ogni caso non è del tutto comprensibile, se non con gli arcani meccanismi che legano le persone di un territorio, e mescolano gente semplice con le solite impellicciate, autorità con ragazzini. Come avviene, ogni anno, la notte di Sant’Antonio alla Motta, dove tutti i varesini, ma tutti davvero, stanno con il naso all’insù a guardare il fuoco che si alza nella piazza e scalda, per un poco, la folla.

La festa di Sant’Antonio, però, non è finita: per tutta la giornata di oggi le bancarelle resteranno alla Motta, mentre la chiesa farà gli "straordinari", con cinque messe durante il giorno e l’apertura costante ai devoti. Mentre per chi della festa cristiana ha un ricordo molto vivo, alle 15 di oggi 17 gennaio il centro polivalente anziani presenta "Sant’Antoni: un’ora bona" un modo per ripensare a "una delle ultime feste tradizionali varesine" : ad animare la festa, realizzata dagli operatori del comune di Varese in collaborazione con i volontari del centro anziani, ci sarà il gruppo di musica popolare varesino "musicantores" accompagnato dal gruppo polifonico del centro anziani, mentre alle risate ci penserà il duo cabarettistico dialettale "Grass de rost".

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Gennaio 2001
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