L’operazione Infinito svanita in un refuso
Manca una pagina nella copia del monumentale mandato di 1565 pagine, e i 59 arrestati per rapina e traffico di droga e armi tornano tutti a casa
Erano stati mandati in carcere in ben 59 a metà dicembre, nell’ambito della grande operazione contro la criminalità organizzata chiamata "Infinito 3", e oggi sono tutti liberi.
A determinare la loro collettiva scarcerazione da parte del giudice della libertà del tribunale di Milano non è stato il riconoscimento di un clamoroso errore giudiziario, ma semplicemente un refuso: delle 1565 pagine di mandato che dovevano essere fotocopiate in triplice copia per ognuno degli arrestati (un totale di 46.400 pagine da fotocopiare in tutto) una è stata saltata.
Un errore della fotocopiatrice, una stampa del file difettosa, una distrazione dei superaffacendati cancellieri di Busto, chissà cos’altro: nel file del pm c’era, nelle copie del mandato no. L’incepparsi di una macchina, il mancato controllo di una così monumentale quantità di mandati ha decretato l’inappellabile – malgrado i disperati tentativi del PM per provare l’esistenza della pagina al tribunale della libertà chiamato a giudicare il caso – nullità del provvedimento. E perciò la libertà per tutti gli imputati coinvolti. Un atto dovuto, una volta accertata la mancanza della pagina, da parte del Tribunale della libertà: è infatti possibile colmare le eventuali lacune ravvisate nelle esigenze cautelari sostenute dal gip nell’ordinanza d’arresto, ma il tribunale della libertà non può sostituirsi totalmente al gip in caso di completa omissione (seppur solo per motivi di «mancanza grafica») di quel capitolo. In questo modo gli avvocati della difesa hanno avuto vita facile per scarcerare i loro clienti: fino ad ora è capitato a 20 di loro, ma non c’è ormai alcun dubbio che usciranno dal carcere anche gli altri 39, appena il tribunale della libertà avrà esaminato il loro provvedimento.
Vanno così in fumo tre anni di indagini su un traffico di droga e armi tra la Colombia Gela e Busto svolte tra Varese, Novara, Alessandria, Imperia, Pordenone, Ferrara, Venezia e Caltanissetta, partite dal contributi di due collaboratori di giustizia e che hanno portato il 30 marzo 1999 alla richiesta da parte della procura di Busto dei 59 arresti, eseguiti l’11 dicembre scorso.
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