Le tribolazioni di un giovane miope

Lo sfogo di un lettore dopo l'odissea vissuta per prenotare una visita medica all'Asl di via Monterosa

Mio figlio, di 11 anni, è miope; la pediatra ha prescritto una visita oculistica.
Illudendomi di poter fissare un appuntamento telefonico, chiamo l’ASL: mi spiegano che non è possibile, mi devo recare di persona, e non aggiungono altre precisazioni. Penso che, in un mondo con Internet, le cose potrebbero
funzionare un po’ meglio, e vado in via Monte Rosa: sorpresa! Gli appuntamenti si fissano qui, ma in un giorno preciso (e se quel giorno non
potessi?), a partire dalle 8, fino ad esaurimento dei posti disponibili nel mese (non molti); gli ultimi arrivati aspetteranno il mese successivo.
Gentilmente, l’addetto mi avverte che è opportuno giungere un po’ prima, per sperare di essere fra i ‘fortunati estratti’ del Bingo sanitario.
Il giorno stabilito (siamo ancora in novembre) mi reco in via Monte Rosa alle 7.40: dopo venti minuti di attesa al freddo, aprono le porte, e mi va bene per un soffio: riesco a strappare l’ultima prenotazione, per il 30-12.
Quando giunge il giorno della visita la dottoressa, scrupolosamente, ritiene opportuno eseguire anche un altro esame, a pupilla dilatata: per prenotare quest’altra visita dovrò affrontare di nuovo la trafila precedente.
Il 22 gennaio sono in via Monte Rosa alle 7.20, tenendo conto dell’esperienza precedente: i primi sono lì al gelo dalle 6.30, vi sono anche parecchi anziani. Viene da pensare che questa trafila sia stata messa a punto in combutta con l’INPS, nella speranza che qualcuno passi a miglior vita e non pesi più sul bilancio di questo Ente. Come l’altra volta, riesco a conquistare la prenotazione; sono numerosi quelli che non ci riescono e se ne vanno imprecando.
A questo punto viene da chiedersi: chi è la mente perversa che ha escogitato questo marchingegno?  Oppure questo è il risultato delle pressioni della casta dei medici oculisti, che in questo modo cercano di convincere molti
pazienti (come già avviene per l’assistenza dentistica) a rinunciare a prestazioni, già lautamente pagate con i contributi sanitari, e rivolgersi direttamente a loro in privato, pagando esose parcelle esenti da IVA?
La Regione Lombardia, che non perde occasione per vantare la meravigliosa efficienza del suo Servizio Sanitario, vuol degnarsi di occuparsi della cosa? (non pretendo che si abbassi a rispondermi).

Cordialmente
Riccardo Cattania

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 24 Gennaio 2001
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.