Venti notti sulle panchine di Biumo

Drammatica odissea di tre rifugiati politici curdi

Il clima di tensione negli aeroporti ha iniziato a dare i suoi primi frutti. Ieri mattina a Malpensa la drammatica odissea di tre rifugiati politici curdi ha subito un ulteriore triste tappa. Superati tutti i controlli previsti dalla sicurezza, con i visti sui passaporti destinazione Londra, i tre sono stati fermati nel tunnel di imbargo per l’aereo già pronto per il decollo da un poliziotto "troppo zelante". Così per la terza volta in tre mesi si sono visti respingere dalle autorità.
La cosa più drammatica è che proprio per queste ragioni i due iracheni e l’iraniano, in Italia dal luglio scorso, da venti notte dormono all’aperto sulle panchine di Biumo. La polizia è già intervenuta, ma i tre hanno tutte le carte in regola per soggiornare nel nostro paese, ma al centro di via Pola non ci sono più posti e il volo verso i parenti a Londra sembra non esser mai possibile.
I tre ragazzi, scappati dalle situazioni drammatiche dei loro paesi sono arrivati in Italia a luglio e la commissione centrale per il riconoscimento della condizione di rifugiato politico gli ha subito accordato tale status. Hanno passato alcune settimane nel centro di Manfredonia e poi sono stati destinati provvisoriamente ad Alessandria e in seguito a Varese. 
Hanno passato alcuni giorni in via Pola e poi intendevano andare a Londra da alcuni loro parenti per passare nella capitale inglese un certo periodo di tempo. I loro documenti gli danno tale possibilità perché i passaporti sono validi per tutti gli stati con cui il nostro paese ha rapporti. Unica esclusione la possibilità del ritorno in patria.
La prima volta sono stati fermati durante uno scalo a Parigi e rispediti indietro. Ci hanno riprovato una seconda volta, ma in aeroporto non gli hanno lasciato il visto. Ieri un’altra triste tappa che sembrava conclusa e che invece si è rivelata un’ulteriore umiliazione.
Ora i tre stanno valutando la possibilità di far ritorno a Manfredonia sperando di trovare un’altra accoglienza che non la freddezza dei varesini che sono stati capaci solo di chiamare le forze dell’ordine. La loro vicenda è stata seguita solo da Paolo (nome inventato da Varesenews per non esporre l’unico cittadino che si è impegnato di persona) che li ha seguiti nelle loro peregrinazioni.

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Pubblicato il 20 Settembre 2001
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