Portalettere in ferie, il sindaco scrive alle poste

L'ennesimo caso di disservizio non ha questa volta risparmiato il piccolo centro della Valcuvia

 

Ritardi nella ricezione della corrispondenza, mancata consegna della posta che «rischia di creare anche condizioni di illegalità per pagamenti di bollettazione non ricevuta», computers che non vanno. In altre parole, disservizi nei confronti dei cittadini. E a "beffare" l’utente ci si mette, secondo il sindaco, anche la pubblicità. 
A lamentarsi del servizio poco efficiente questa volta Gianpietro Ballardin, sindaco di Brenta, in Valcuvia, nonché consigliere provinciale tra le fila dei Ds.
Alla base dei problemi, l’assenza del postino titolare, in ferie.

Ritenendo grave questa situazione, il sindaco scrive alla filale delle poste italiane di Varese chiedendo di provvedere con urgenza ad una verifica delle condizioni, che stanno determinando un grave disservizio agli utenti. «Si coglie altresì la "triste occasione"  – scrive Ballardin – per ricordare che da tempo si chiede alla sede centrale di Varese un intervento per dare ascolto alle richieste degli utenti che chiedono interventi per migliorare il servizio postale, richiesta posta purtroppo da molte realtà della Provincia di Varese. Si prende atto con rammarico di una mancata volontà dei Dirigenti delle Sedi Centrali ad assumere provvedimenti organizzativi per migliorare attraverso un potenziamento del servizio la situazione».

E non è tutto. A titolo di esempio di "disservizio" il sindaco cita l’installazione estetica presso l’Ufficio Postale di Brenta di un computer aggiuntivo sollecitato in più occasioni dall’Amministrazione Comunale che non è mai stato posto in condizione di poter funzionare, da oltre sei mesi dalla sua installazione.

«Alle soglie del 2003, dopo molte lettere inviate, – conclude Ballardin – siamo ancora una volta a sollecitare le Poste Italiane, specie nella parte più avanzata del nord d’Italia, a mantenere fede alle promesse che ci vengono ogni giorno pubblicizzate attraverso la stampa e i canali televisivi anche per evitare di pensare si possa attraverso un servizio pubblico, fare "pubblicità ingannevole"».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Dicembre 2002
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