Funivia: la Provincia apre uno spiraglio

Laveno – L'impianto chiude il 26 ma si lavorerà ad una ipotesi concreta: proprietà ad una società mista e gestione ai privati

Chi attendeva la risoluzione definitiva del problema è andato deluso. Ma anche chi paventava lo spegnersi di ogni speranza ha tirato un sospiro di sollievo. L’incontro odierno in Provincia, tra istituzioni e proprietà, ultimo tentativo di salvare l’impianto della funivia del Sasso del Ferro di Laveno, ha di fatto sancito una certezza: il giorno 26 settembre l’impianto chiude per manutenzione. Allo stesso tempo, da oggi si comincia a lavorare su una sola ipotesi che lascia ancora aperto uno spiraglio: l’annuncio è stato fatto dal presidente Reguzzoni e “sottoscritto” dai rappresentanti della proprietà dell’impianto, dalla Comunità Montana, dalla Regione Lombardia e dal sindaco del comune di Laveno.
L’accordo in fieri prevede che la proprietà ceda a titolo gratuito l’intero impianto ad una società mista, pubblico e privato, di cui faranno parte tutte le istituzioni interessate. La gestione diretta della funivia dovrebbe rimanere nelle mani di un privato (non escluso l’attuale proprietario).
«Una soluzione – sottolinea Reguzzoni – che consente un impegno a costo zero nella gestione, per quanto riguarda l’ente pubblico.
Crediamo sia una proposta ottimale che possa tutelare una struttura così importante per la nostra provincia ed evitare un esborso troppo impegnativo per le risorse pubbliche».

Capitolo finanziamenti: per poter garantire la realizzazione di un nuovo impianto, condizione necessaria alla riapertura, i circa 5 miliardi di vecchie lire necessari saranno reperiti in fondi regionali attraverso la legge 140 per circa 700 mila euro: altri soldi saranno assicurati da Provincia, Comune di Laveno e Comunità Montana con una quota non ancora esattamente definita ma comunque assai contenuta per non gravare le casse degli enti locali. Terza fonte di finanziamento sarà il ricorso a partner privati (aziende, associazioni di categoria e fondazioni) chiamati a raccogliere un’altra fetta consistente di finanziamenti.
Le parti interessate d’altra parte confidano nella buona volontà di quanti, non ultime ieri Cna e Confesercenti, hanno dimostrato particolare sollecitudine verso il problema.
Si attende ora la risposta definitiva della proprietà e l’iter burocratico delle verifiche promosse da Regione, Provincia, comuni e comunità montana. Se tutto riuscirà ad incastrarsi per il verso giusto, ci si potrà attendere uno stanziamento anche iniziale e parziale da parte di uno degli enti pubblici interessati: a quel punto il processo virtuoso di proroga biennale del funzionamento della funivia potrà avviarsi e riaprire un altro capitolo per tutta la città di Laveno.

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Pubblicato il 17 Settembre 2003
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