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È stato domato oggi l’incendio scoppiato all’alba di ieri alla "Lombarda spa" di Olgiate Olona. I vigili del fuoco hanno lavorato ininterrottamente fino ad oggi per mettere in sicurezza l’ala del capannone in cui sono bruciati 600 quintali di rifiuti composti di legno, plastica e carta. Ed è rientrato ieri sera l’allarme fra la popolazione, causato dalla nube irritante che si è sprigionata da via san Francesco. Le famiglie sgomberate sono rientrate nelle loro case ieri sera, mentre oggi gli operai delle fabbriche vicine sono ritornati a lavorare. Tutti tranne gli ottanta dipendenti della ditta che è andata a fuoco. L’area interessata dall’incendio è stata posta sotto sequestro dal magistrato Tiziano Masini che ha aperto un’inchiesta sul nuovo rogo, che è il terzo nel giro di poco più di un anno. E non sono mancate le reazioni e le polemiche. Il sindaco di Olgiate Olona, Valerio Mola attende fiducioso una presa di posizione della Provincia e della Regione che ai tempi hanno dato alla società olgiatese le autorizzazioni per svolgere questa attività di stoccaggio. «Allora noi votammo di no e per quanto ci riguarda non concederemo le autorizzazioni se non verranno fornite le rassicurazioni necessarie» dice ancora Mola. Un’interrogazione urgente di Giampiero Reguzzoni è stata invece rivolta al consiglio regionale a qualche ora dall’incendio. In essa il consigliere regionale ha ipotizzato l’eventualità di revocare l’autorizzazione regionale alla ditta. Oggi è invece la volta dei sindacati. «Così come in passato la Cgil torna a chiedere che Arpa e Asl verifichino che non esiste il pericolo amianto – dichiara Renato Franchi del Dipartimento sicurezza Cgil di Varese – come sindacato chiediamo agli organi competenti una indagine aggiuntiva per garantire che non ci siano rischi per la salute dei lavoratori e degli abitanti della zona e di verificare soprattutto se non esiste più la presenza di eternit (contenente amianto) tra i rifiuti o nel tetto della ditta già precedentemente danneggiato da incendi». Umberto Colombo della segreteria provinciale di Cgil si chiede invece se, come previsto dalla legge 626, tutte le normative di legge sono state rispettate e se esista una valutazione dei rischi come previsto dalla legge 626. «Nutriamo dei seri dubbi visto il ripetersi di incendi – dice Colombo – è chiaro, comunque, che in questo caso non solo siamo lontani anni luce da una cultura della sicurezza e dalla pratica di una accurata politica di prevenzione, che avrebbe sicuramente evitato questo, come gli altri, incendi. La prevenzione ed il rispetto della legge 626 avrebbe evitato soprattutto di mettere a rischio la salute dei lavoratori e degli abitanti della zona circostante la ditta di smaltimento rifiuti».
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