Nello Sri Lanka i pasti arrivano anche da Busto

Il gruppo di protezione civile Prociv Augustus ha inviato una cucina da 600 porzioni al giorno. Il responsabile: «I soccorsi si stanno muovendo ancora in modo lento e confuso»

Nella grande tragedia del sud-est asiatico travolto dallo tsunami, anche Busto non poteva far mancare il suo aiuto. La sera del 30 dicembre scorso è partito da Malpensa per Colombo, capitale dello Sri Lanka (Ceylon), un volo che ha condotto nello sventurato paese asiatico una cucina da 600 pasti al giorno, 1500 chili di derrate alimentari e i primi due volontari della Prociv Augustus, associazione di protezione civile convenzionata con il Comune di Busto Arsizio. Insieme a colleghi dei Vigili del Fuoco di Pisa e del 118 di Genova, essi, inviati "in avanscoperta", dovranno stabilire un campo base per permettere l’afflusso di ulteriori volontari.
 
Inviare la cucina a Colombo è stato un problema. Infatti è stato necessario smontarla parzialmente per riuscire a caricarla sul volo civile che l’ha trasportata sull’isola. La scelta di utilizzare un normale vol di linea è dovuta al fatto che un aereo militare non avrebbe avuto la sufficiente autonomia per fare il viaggio in un’unica tratta. «Così abbiamo dovuto rinunciare a inviare la cucina da 5000 pasti al giorno, e ripiegare su quella da 600» osserva Marco Picotti
, responsabile della Prociv Augustus.

In questi primi giorni di permanenza sull’isola la cucina è stata messa al servizio dell’ospedale da campo allestito dal Dipartimento della Protezione Civile a Colombo e degli sfollati, che sempre più numerosi stanno formando una tendopoli intorno all’ospedale.

«I soccorsi per le vittime del maremoto, purtroppo, si stanno muovendo in modo lento e confuso, anche a causa della situazione di guerra civile che travaglia il Paese e in particolare il nord-est» riconosce tristemente Picotti.  «Il governo cingalese ci ha messo a disposizione una base navale nella città di Trincomalee, sulla costa nord-orientale dell’isola, la più colpita dal maremoto; pare che il porto sia in condizioni di funzionare. Oggi i nostri due volontari vi si sono recati. Da lì, con una struttura logistica a disposizione, potremo operare direttamente nelle zone più colpite, villaggi di pescatori nei quali potrebbero trovarsi ancora migliaia di corpi e altrettanti sopravvissuti bisognosi di tutto» afferma Picotti, che partirà di persona tra una decina di giorni con un primo scaglione di volontari dell’associazione. 

Le due persone inviate da Prociv Augustus al seguito della cucina sono un attrezzista,  per rimontarla, e un addetto alla gestione della cucina stessa; quanto ai turni previsti in futuro, si pensa che ogni scaglione di volontari resterà circa 15 giorni.  «Resteremo durante il periodo dell’emergenza, quindi al più qualche mese» dice Picotti. «Ci preoccupa la difficoltà di raggiungere le zone colpite dal disastro, perchè per muoversi nella regione bisogna avere i permessi, del governo o dei ribelli, e questo certo non ci aiuta a fare il nostro lavoro».

La Prociv Augustus, fondata a Gallarate nel 1979, ha trasferito la sua sede a Busto Arsizio lo scorso anno, e fa parte dell’organizzazione nazionale della Protezione Civile, che conta un totale di 5500 volontari. La sua convenzione con Busto è effetto della legge che prescrive ai Comuni di convenzionarsi con gruppi
di protezione civile già esistenti oppure di crearne di propri. Il Comune di Busto Arsizio ha optato per la prima scelta, «avendo a disposizione persone esperte e con una professionalità testata sul campo» come ricorda l’assessore Alessandro Marelli, fra le cui competenze vi è appunto la protezione civile.

Chi volesse seguire il lavoro dei volontari con aggiornamenti quotidiani può farlo sul sito www.procivaugustus.it

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Pubblicato il 03 Gennaio 2005
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