“Non giudicate, amate”

Una folla immensa ai funerali di Gianni e Antonio Restivo, celebrati dal vicario episcopale Luigi Stucchi

Una folla immensa ha partecipato oggi pomeriggio ai funerali di Gianni e Antonio Restivo, i due ragazzi di 24 e 13 anni uccisi mercoledì scorso dal fratello maggiore Gaetano. Troppo piccola la chiesa parrocchiale di Santo Stefano per contenere tutte le persone che hanno voluto dare l’ultimo saluto ai due giovani ed essere vicino ai genitori Rosa e Luigi: alle 13, poco dopo l’arrivo dei due feretri, la chiesa era già tutta piena, e quando alle 14,30 è iniziato il funerale centinaia e centinaia di persone riempivano il sagrato e le strade intorno, seguendo la funzione attraverso gli altoparlanti.
Tanto il dolore che ha accompagnato l’ultimo viaggio dei due fratelli, palpabile, quasi, la richiesta di parole in grado di lenire la disperazione e lo strazio dei genitori, degli amici, di un’intera comunità alla ricerca di un perché.

Parole che sono  venute dal vicario episcopale di Varese monsignor Luigi Stucchi che ha celebrato la funzione insieme al parroco di Viggiù. «È giusto che ci sia chi cercherà di spiegare questa tragedia – ha detto monsignor Stucchi, riferendosi al lavoro degli esperti a cui è stata affidata la perizia psichiatrica di Gaetano Restivo – ma non basterà. Oltre le spiegazioni e racconti dei fatti noi cerchiamo un amore più grande da cui ripartire, per riprendere il cammino della vita che questa tragedia ci ha reso così difficile. E questo amore lo troviamo oggi nel cuore di mamma Rosa e di papà Luigi che a Gaetano vogliono trasmettere la speranza, la certezza che non sarà abbandonato».

È un messaggio forte, quello che monsignor Stucchi lancia dal pulpito. Ciò che i genitori di Gaetano forse sono già riusciti a fare, aprirsi al perdono e arrendersi all’amore per quel loro figlio che ha commesso un atto così tragico, è ancora troppo difficile per la gente di Viggiù. Qualcuno scuote la testa, c’è chi spalanca gli occhi e chi commenta. È presto, troppo presto. Ma il vicario episcopale incalza: «Nel cuore di una mamma e di un papà i figli restano sempre figli da amare. È questa la prima immagine dell’amore che riscatta, che vince il male con il bene. È a questo segno di speranza che dobbiamo affidarci, è questo che dobbiamo fare, amarci di più, stare vicini gli uni agli altri». L’omelia si conclude con un appello alla sospensione di ogni giudizio «perché nessuno, solo il Signore, sa cosa c’è davvero in fondo al cuore di una persona, anche nel nostro». Un messaggio che viene ribadito al termine della cerimonia, quando gli amici di Gianni e alcuni compagni di classe del piccolo Antonio leggono i loro brevi messaggi di saluto ai due ragazzi che non vedranno più. C’è chi saluta Gianni, chi ringrazia Antonio «per aver saputo nella sua breve vita tracciare per noi la rotta: serio nell’impegno e nella responsabilità, rispettoso verso gli adulti, affettuoso con gli amici». E c’è una ragazza, che con voce limpida e chiara, si rivolge al primogenito: «Preghiamo per Gaetano, perché Dio lo sostenga, e preghiamo per noi, perché il Signore ci liberi da ogni forma di giudizio e ci aiuti nella preghiera, la sola cosa di cui ora questo ragazzo ha bisogno».

La messa si conclude con un canto accompagnato, come tutta la funzione, dal suono di una chitarra, e con un grande applauso che accoglie le due bare di legno chiaro all’uscita dalla chiesa. L’ultimo viaggio di Antonio e Gianni Restivo prosegue fino al cimitero di Luino, dove i genitori hanno scelto di dare sepoltura ai loro figli.

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Pubblicato il 10 Maggio 2005
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