Da studente di medicina a imprenditore del Far East

Storia della Raf e Polo di Somma Lombardo, nel racconto di Arnaldo Cazzaniga, che ha raccolto l’eredità della madre

Arnaldo Cazzaniga nelle cene collettive che animano la missione è grande saggio e animatore cortese e brillante. Nel tempo della fiera invece la sua aria imperturbabile dà quasi l’impressione che non investa speranze nel risultato commerciale della missione.

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Ma non è certo pessimismo o scarsa attenzione nei confronti dell’azienda: sembra piuttosto ritrosia a mostrare le emozioni che suscita la professione. La sua storia personale dice infatti quanto abbia scelto di prendere su di sé l’azienda di sua madre, coinvolgendoci gli affetti.

 

“Quando ha creato l’azienda, negli anni 70, mia mamma lavorava alle tessiture di Somma, e mio padre invece lavorava alla Mec Mor, una famosa ditta di macchine per abbigliamento. L’idea di mettersi in proprio è nata da una proposta fatta proprio  a mia madre, che prevedeva l’utilizzo di macchine mecmor per realizzare capi in proprio. Una proposta che ia madre ha accettato creando la ditta “Colombo Renata” La Raf, e il marchio sono nate con me, che sono l loro unico figlio e con la decisione di produrre a marchio. Ma il nome è un forte richiamo alla nostra famiglia visto che RAF è la sigla dei nostri tre nomi Renata, Arnaldo e Franco, mio padre. E il simbolo dei tre leoni richiama noi ma anche lo stemma di Somma Lombardo, il paese dove viviamo e ha sede l’azienda”

 

 

 

Arnaldo Cazzaniga è un ex studente di medicina: segno di percorsi diversi e di qualche altro sogno coltivato prima di entrare in azienda. Ma il richiamo della famiglia ha prevalso anche per lui, rendendolo ora il principale protagonista della Raf e Polo, insieme alla sua compagna, che ha evidentemente sposato, insieme a lui, anche l’azienda: “In azienda mi occupo di tutto, come in tutte le aziende famigliari, anche se la mia occupazione principale riguarda il commerciale e la realizzazione del campionario. La produzione invece è in mano a mia moglie Clara”.

Nati come produttori di polo filo scozia, un vero classico della zona, da qualche anno hanno affiancato a questa produzione quella delle camicie. Il lavoro è stato sempre all’estero, prevalentemente: “95% estero e 5% Italia, noi abbiamo sempre fatto così” precisa Cazzaniga. “Del resto in Italia l’alta qualità è accettata e capita solo quando si tratta di “firme” mentre chi fa alta qualità senza marchi specifici è capito garantito e di fatto acquistato solo all’estero, dove i criteri di scelta sono la qualità effettiva e il marchio “Made in Italy”.

Il mercato di riferimento di Raf e Polo è principalmente il far east, il Giappone in particolare: alle fiere è abituato,visto che ha consentito alla sua azienda. «Questa è la prima esperienza a Dusseldorf – ammette – ma per me è stata la Fashion Week di Honk Kong, negli anni 90, che ha segnato una svolta, consolidando in maniera significativa la nostra attività di export in far East»

Provo a chiedergli: Cambia qualcosa, il muoversi insieme per partecipare a missioni internazionali? «Quando ci si muove insieme tra le imprese che partecipano si creano sinergie di lavoro, anche solo scambi di informazioni commerciali che però aiutano molto – e la risposta – A volte anche semplici segnalazioni reciproche, che nascono però solo per il fatto che si è creato un rapporto. Farlo in simbiosi e con l’aiuto della Camera di Commercio poi, fa definitivamente la differenza»

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 07 Febbraio 2006
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