Non abbiamo bisogno di imperatori

Se il verdetto delle elezioni dovesse passare dai due faccia a faccia Prodi può dormire sonni tranquilli. Il Professore ha gestito molto bene la partita di ritorno costringendo Berlusconi a rincorrerlo spesso. Esasperato dalla calma dell’avversario il presidente del consiglio ha tentato di giocarsi alcune carte attaccandolo in modo pesante, continuando a battere sulla sua poca credibilità politica, sul suo essere ostaggio dei comunisti. Prodi ha risposto in modo convincente riferendosi alle primarie e alla consistenza di parlamentari che l’Ulivo porterà alla Camera.
Berlusconi ha provato a pigiare il pedale dell’acceleratore con un risultato poco convincente compresa l’ultima delle trovate figlia del peggior populismo: aboliremo l’Ici. Negli ultimi trenta secondi sta tutto il delirio di un uomo che si sente perdente, ma che non è disposto a mollare. Forse perché perderebbe la faccia, forse perché sa che potrà comunque condizionare non solo i suoi alleati, ma anche tutta la politica nazionale. E a proposito degli alleati chissà che gioia nel sentire un messaggio chiaro che ha invitato a votare Forza Italia come se fosse lì solo per quello. Berlusconi ha scelto i toni duri in tutta la campagna elettorale e ieri sera ha provato a superarsi. Non recupererà certo i voti moderati, ma a lui interessa davvero poco da dove arriveranno, l’importante è vincere comunque. Una cosa è però certa e Prodi glie l’ha sbattuta più volte in faccia. Berlusconi si comporta come un esponente dell’opposizione, il capo degli estremisti, l’unto del Signore, il Caimano di cui si è subito impossessato.
Per tornare un paese normale occorre davvero voltare pagina. Sarà difficile che succeda da subito, ma di tutto ha bisogno l’Italia tranne che di nuovi imperatori.