Omicidio Meggiorin: 30’anni a Mnela
Condannato al massimo della pena prevista dal rito abbreviato l'albanese che lo scorso anno uccise Claudio Meggiorin. Il 6 giugno atteso il verdetto per Fatjon
Trent’anni. Il massimo della pena consentita con il rito abbreviato. Il giudice Giuseppe Battarino non ha avuto dubbi sulla colpevolezza di Vladimir Mnela, 22 anni, l’albanese che l’11 giugno 2005 ha ucciso Claudio Meggiorin ( 23 anni) nel bar di Besano di sua proprietà (a sinistra nella foto) . Contro l’omicida sono state riconosciute due aggravanti: l’aver agito per futili motivi e l’essersi fatto aiutare da un minorenne.
La sentenza è stata letta poco dopo le 13.30. Soddisfatti i genitori della vittima: « Siamo contenti e ringraziamo i nostri avvocati e la procura del tribunale – ha commentato Elisabetta Meggiorin, madre di Claudio – Certo fa comunque male sapere che il suo assassino è vivo mentre mio figlio è morto».
Poco prima che il giudice entrasse in camera di consiglio, Vladimir Mnela ha fatto una dichiarazione in albanese: «Chiedo scusa a tutti. Quella sera ho agito d’istinto: non capivo se Claudio volesse aiutarmi o aggredirmi». Una frase che non è stata ascoltata dai genitori della vittima, usciti dall’aula proprio nel momento in cui il ragazzo albanese ha chiesto la parola.
In aula, accanto al pubblico ministero Tiziano Masini anche il procuratore capo Maurizio Grigo.
Archiviato il primo grado del processo contro Vladimi Mnela, si attende di conoscere anche la sentenza contro Fabio Fatjon, il minorenne che quella sera era assieme al connazionale nel bar della tragedia. La decisione sarà pronunciata il prossimo 6 giugno.
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