Vola l’occupazione in Svizzera, il frontaliero fa meno paura
Per il secondo trimestre consecutivo dati positivi per occupazione, posti vacanti e prospettive d'impiego in Svizzera. La Cgil:«Smentite le cassandre contro i bilaterali»
Vola l’occupazione in Svizzera per il secondo trimestre consecutivo e aumentano i posti vacanti. Alla fine del quarto trimestre 2006 l’occupazione cresce del 2,4% rispetto all’anno precedente. A mettere le ali è il settore secondario, quello manifatturiero, andando a confermare un trend che si registra dal trimestre precedente con un +2,4% rispetto all’1,3% di crescita. Questi dati smentiscono chi sostiene le politiche protezionistiche del mercato del lavoro in Ticino, nell’ultimo periodo, e in Svizzera in generale accusando i patti bilaterali come causa del male del paese elvetico. A confermare questa tesi è Giovanni Salandin, funzionario della Cgil per i rapporti con il mondo del frontalierato, il quale coglie l’occasione per affermare l’inesistenza del pericolo frontaliero per il Ticino:«I lavoratori italiani non portano via posti di lavoro in Ticino – commenta Salandin – questo è sacrosanto e ormai, con questi dati, innegabile».
L’aumento del 33% dei posti vacanti, sempre secondo l’ufficio di statistica federale, non è un caso e questo riflette una disaffezione da parte degli elvetici nei confronti di alcune professioni. «Anche se non è più come una volta – spiega ancora Salandin – quando gli italiani si prestavano a qualunque lavoro, anche il più degradante, ancora oggi sono gli stranieri e non gli svizzeri a mantenere in piedi alcuni settori soprattutto nel campo manifatturiero». Oggi sono in aumento gli italiani laureati, diplomati o specializzati richiesti in Ticino con sempre maggiore frequenza. Un altro dato importante, che smentisce le cassandre che parlano di minori opportunità lavorative per gli svizzeri, è l’aumento del 3,7% delle prospettive d’impiego. Crescono, infine, gli stranieri che chiedono un permesso di dimora (+8,3%) e il numero di frontalieri (+6,6).
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