Rimpasto, poltrone e “un’amministrazione che langue”
Un'opinione critica da un lettore all'indomani della nascita della nuova Giunta
Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Sergio Barletta dell’associazione Città apertA in merito al recente rimpasto di giunta a Busto Arsizio.
Le diatribe all’interno della maggioranza, scaturite dal recente rimpasto, rappresentano il segno tangibile di un’ amministrazione che langue, che il suo vero impegno non è certo quello di attuare tutte le politiche possibili nell’ interesse dei cittadini, bensì, dare una "sistemata" ai singoli, indipendentemente dalle loro capacità reali di amministratori, ed offrire agli stessi rendite di posizione che costituiscono un danno grave per la città. Nel corso della Giunta Farioli, la nostra città subisce un progressivo decrescimento da tutti i punti di vista. La medesima Giunta ha eretto un muro granitico tra l’ amministrazione comunale con la sua maggioranza e i cittadini, i quali vengono quotidianamente offesi e dilapidati dei beni sociali e morali che si sono onestamente conquistati in tanti anni della storia di Busto Arsizio. Il Sindaco, ha creato un solco profondo tra egli stesso e la cittadinanza, determinando uno stato di decadenza, ormai irreversibile per certi aspetti. Naturalmente, le responsabilità vanno divise tra le componenti politiche che hanno dettato le bislacche politiche per questa città, con maggiore colpevolezza a carico della Lega Nord che avendo sostanzialmente il timone ( senza contare che ha amministrato con maggioranze assolute questa città per due legislature consecutive negli ultimi 15 anni), ha mutato completamente il volto di Busto Arsizio, mettendole addosso una maschera inespressiva e perciò, per nulla attraente. L’ ex assessore Chierichetti non è altri che vittima di sè stesso. Se suoi familiari perdono la salute per essere stato "cacciato" da suo illustre magistero, figurarsi come si devono sentire i tantissimi che in questo momento storico stanno perdendo il loro posto di lavoro, con numeri rilevanti proprio nella nostra città! E non è vero che le donne a Busto Arsizio, in questo momemnto della vita politica, non contino così come afferma Luciana Ruffinelli: la Reguzzoni, sorella minore del più noto Marco, ex presidente Agesp, ex assistente del presidente della SEA Bonomi, ex presidente della provincia di Varese e oggi deputato alla Camera, ha assunto fin da ragazzina ruoli di impotante rilevanza pubblica, con continuità e frequenza, senza alcuna pausa: ella è stata più volte assessore, più volte ha ricoperto funzioni pubbliche ed ancora oggi, fra le altre, è membro del consiglio di amministrazione dell’ Agesp.
Altrochè! Pure Luciana Ruffinelli ha assunto per tanti anni il compito di assessore, con la delega a quella "cultura" che ha determinato l’arretramento e la regressione di questa città, relegata irreversibilmente, in un angusto angolo di provincialismo e "paesanismo". Ciò che la nostra Busto non avrebbe meritato.
Saluti
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