Un restauratore in vetrina per diffondere cultura
Franco Montalto, di Busto Arsizio, tra gli animatori di VareseRestaura in Arredoecasa: «abbiamo il dovere di recuperare l'espressione e la cultura del tempo»
Lavora a cornici del settecento, è restauratore da oltre 25 anni e oggi è in vetrina: una vetrina molto speciale per Franco Montalto, restauratore in Busto Arsizio, al lavoro dal 1982 nella sua rinomatissima bottega artigiana.
La vetrina, originale per dei restauratori, è quella di Arredoecasa, la fiera dell’arredamento che si sta svolgendo in questi giorni a MalpensaFiere: «Come Vareserestaura ne ho già sostenuta un’altra, di fiera – spiega Montalto – L’anno scorso VareseRestaura era nel contesto di Artigiana, e ha riscosso un buon interesse da parte del pubblico: per questo ho fatto volentieri il bis con un’altra fiera di settore».
Una fiera molto gradita e frequentata dal pubblico, e che quindi permette anche i contatti giusti, quelli che in fondo sono il "core business" di una fiera. Ma non è solo quello: «In una fiera di settore c’è, certo, un aspetto commerciale ma c’è anche un aspetto culturale: non solo promuove il nostro lavoro, ma educa anche al recupero del bene storico. Il mio motto, che è poi il motto di tutti i restauratori, è che abbiamo il dovere di recuperare l’espressione e la cultura del tempo».
Quello del restauratore è un mestiere che si occupa di valori: «Di solito, effettivamente, chi pensa di recuperare un bene è perchè lo considera di valore. E di solito il valore è economico, sia per il committente pubblico che privato, e chi si rivolge al restauratore si rivolge a uno specialista per la sua professionalità specifica. Poi però c’è anche un interesse più semplice e modesto, di tipo affettivo: come il recupero di un bene che è appartenuto alla famiglia, per mantenere il ricordo».
Montalto, al lavoro in proprio a Busto dal 1982 con restauri lignei, ha poi espanso la sua attività per amore: «Il mio laboratorio ha due generi di attività nel campo del restauro: quello ligneo, ma anche quello tessile. Non restauriamo perciò solo mobili ma anche arazzi e tappeti orientali: di questa parte si occupa prevalentemente mia moglie. E il laboratorio è diventato di restauro tessile quando abbiamo cominciato a lavorare insieme».
Un lavoro che ha portato i coniugi Montalto ad occuparsi di pezzi anche molto delicati: «Ci è capitato, tra l’alto, di restaurare il primo gonfalone della città di Busto, e un tappeto del ‘700. In questo momento sto restaurando una cornice dorata e intagliata della seconda metà del 700: è di un privato, perciò come accade spesso per gil oggetti di privati il restauro non solo è conservativo ma anche estetico, per esempio ricostruisce pezzi persi o rotti. Mentre per la maggior parte delle richieste dei soggetti pubblici la richiesta è di puro restauro conservativo, o storico: il che significa non colmare le lacune che si creano, non ricostruire arbitrariamente».
Ora, per Montalto ci sono dieci giorni "in vetrina": «A Vareserestaura ho portato una parte dei mobili che ho in esposizione in negozio e un piccolo banchetto dove faremo vedere proposte di restauro, che per l’ottanta per cento dei casi ci arrivano da privati». I frutti del suo lavoro. Anche se, prima di congedarsi, ci tiene a sottolineare: «Posso segnalare un’ultima cosa? Il fondamentale apporto della Associazione Artigiani in questa iniziativa. Normalmente l’associazione ha il ruolo di sostenere i gruppi di imprese: quello dei restauratori è uno dei più riusciti. L’associazione ci dà davvero una mano per darci visibilità e farci conoscere al pubblico, non solo sotto l’aspetto commerciale ma anche a livello di cultura».
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