Anche l’ex vicesindaco Macchi esce dalla maggioranza
Dopo la consigliera comunale Stefania Costantini anche Luigi Macchi abbandona la lista "Comune aperto" e va a formare un nuovo gruppo consiliare
“Qualche volta ho sbagliato, ma ho imparato dai miei errori”. La lettera giunta alla redazione di VareseNews parte citando niente meno che Gandhi. La firma è di Luigi Macchi, ex vicesindaco e attualmente consigliere comunale di Casale Litta. La nota è stata inviata per spiegare la decisione di uscire dalla maggioranza consiliare e dal gruppo “Comune aperto”, guidato dal sindaco Liliana Cipriani: «Tale mia decisione avviene a distanza di quasi un anno dalla mia rimozione dalla carica di vicesindaco e di oltre due anni dalla presa di distanza da parte di Fulvio Miscione, già sindaco di questo nostro paese ed ispiratore, assieme all’altro ex sindaco Giovanni Iannizzi, della lista “Comune Aperto” che l’ha portata al governo del comune – spiega Macchi -. I motivi alla base di tale mia sofferta decisione risiedono nella rinuncia da parte della maggioranza tutta e del sindaco in particolare, a riproporre, nella vita amministrativa di tutti i giorni, ciò che da sempre è stato il tema fondante della precedente amministrazione ed anche della costituzione di questa nuova lista “Comune Aperto”, nata per voltare pagina. È mancato il confronto e la “Casa di Cristallo” e l’”Arcobaleno” del simbolo sono diventati “Casa senza Luce”, con una conduzione amministrativa apatica e monocorde. E’ per chi mi ha votato che esco dall’anonimato e faccio questa scelta di uscire dal gruppo che ho contribuito a creare. Lo faccio con l’entusiasmo e la passione abituali, con entusiasmo e con rinnovata determinazione soprattutto perché in questo cammino non sarò solo: anche Stefania Costantini ha deciso di prendere le distanze dalla sua maggioranza e di condividere con il sottoscritto un futuro amministrativo comune. L’idea è quella di costituire un nuovo gruppo consiliare che potrebbe avere per nome “L’alleanza”. Un nome importante che vuole godere del contributo di tutti e far risaltare la diversità come un contributo determinante a fare bene e non come un sintomo di lesa maestà alla miope staticità di un sindaco divenuto tale perché portato in spalla».
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