Erano mestieri da uomini
In Lombardia è donna un calzolaio su tredici . Ma fanno anche i magazzinieri, i camionisti, i taxisti e i bodyguard. In generale le bresciane e le pavesi preferiscono l’agricoltura, le mantovane la silvicoltura, le milanesi l’editoria
Sempre più donne lombarde protagoniste in settori che per l’immaginario collettivo sono tipicamente maschili (nella foto Myriam e Samuela, carrozziere di Varese)
. Per esempio fra i magazzinieri, quasi uno su tre è donna (27,3% del totale delle ditte individuali lombarde nel settore) come un gestore di impianti ed attività sportivi su cinque (16,7%). Ma anche chi vuol prendere la patente troverà che circa un’autoscuola su cinque ha un titolare donna (18,3%) mentre la presenza femminile è al 16,3% tra i benzinai, del 12,6% tra i bodyguard, del 7,6% tra i calzolai, del 4,2% tra i demolitori e i trivellatori, del 5,2% tra i camionisti e del 4,3% tra i tassisti. Vedono rosa anche design (45,5%), ricerca e sviluppo (31,3%) e i settori informatici (22,4%).
. Per esempio fra i magazzinieri, quasi uno su tre è donna (27,3% del totale delle ditte individuali lombarde nel settore) come un gestore di impianti ed attività sportivi su cinque (16,7%). Ma anche chi vuol prendere la patente troverà che circa un’autoscuola su cinque ha un titolare donna (18,3%) mentre la presenza femminile è al 16,3% tra i benzinai, del 12,6% tra i bodyguard, del 7,6% tra i calzolai, del 4,2% tra i demolitori e i trivellatori, del 5,2% tra i camionisti e del 4,3% tra i tassisti. Vedono rosa anche design (45,5%), ricerca e sviluppo (31,3%) e i settori informatici (22,4%).
In totale, se si considerano tutte le nature giuridiche, quello delle imprenditrici lombarde è un esercito che supera le 172 mila unità e rappresenta oltre un quinto dell’universo imprenditoriale regionale (21%). E se in generale le aziende “in rosa” si concentrano soprattutto nei settori più tradizionali del commercio (27,6%), nelle attività immobiliari, il noleggio, la ricerca e l’informatica (21,4%) e nel manifatturiero (13,2%), non mancano le specificità provinciali.
Le bresciane e le pavesi preferiscono l’agricoltura (rispettivamente 20% e 16% del totale delle imprese femminili lombarde nel settore), le mantovane la silvicoltura (31%). Negli altri settori Milano fa la parte del leone ed è prima nell’industria del legno (33%) e dell’editoria (65%), nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (32%), nella produzione di metalli (43%), nella produzione di energia elettrica (48%) e nel recupero e preparazione per il riciclaggio (31%). Dopo Milano, Varese si distingue nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (21%), Brescia per la produzione di metalli (20%) e il recupero e riciclaggio (21%), Bergamo per l’industria del legno (16%).
Emerge da un’elaborazione Camera di commercio di Milano su dati del registro delle imprese al quarto trimestre2008 e a febbraio 2008.
«Le donne – ha commentato Gianna Martinengo, presidente del Comitato per la Promozione dell’Imprenditoria Femminile della Camera di commercio di Milano- sono sempre più attive e protagoniste sul mercato del lavoro specie grazie alle loro qualità, ma c’è ancora molto da fare per promuovere la presenza femminile. A partire dal lavoro autonomo e dalle imprese che giocano un ruolo importante nel nostro Paese. Nella crescita della competitività bisogna premiare il capitale umano, l’istruzione e il lavoro della conoscenza, elementi presenti e diffusi nell’universo in rosa».
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