Crisi e PMI: le banche elemento chiave per uscire dal pantano
Sabato sera al Cinema Nuovo incontro con il vicepresidente dell'Europarlamento Mario Mauro sui temi "caldi" del momento. Il PdL del Medio Olona si prepara agli appuntamenti elettorali e cerca risposte alla crisi
Le banche sono l’elemento chiave da sbloccare per rimettere in moto l’economia, a beneficio prima di tutto di piccole e medie imprese. Ne sono fortemente persuasi gli esponenti del Popolo della Libertà del Medio Olona che organizzano per sabato 18 aprile alle 21,30, presso il Cinema Nuovo di Olgiate Olona (via Bellotti, 22), un convegno sul tema delle crisi con ospite il vicepresidente dell’Europarlamento Mario Mauro. Il momento è serio, sul piano economico; su quello politico, si avvicinano il voto per le europee e quello per le amministrative e Mauro, al momento, sarebbe in pole position per la presidenza stessa dell’assemblea di Strasburgo. È tempo insomma di parlare agli elettori, e a tasche vuote che chiedono risposte. Per approfondire il tema prescelto, accanto a Mauro vi sarà Franco Colombo, presidente provinciale di API Varese e vicepresidente di Confapi nazionale; modererà Enrico Vettori, assessore alla cultura ad Olgiate Olona. Sui riflessi locali prenderà la parola il sindaco Giorgio Volpi. Si tratta del terzo appuntamento organizzato dal coordinamento dei circoli dopo quelli con Giovanardi e con Raffaele Cattaneo delle scorse settimane.
Mercoledì gli organizzatori hanno esposto alla stampa locale l’intento della serata. «Il nostro compito» ha detto Volpi «è di identificare strategie di sviluppo per il futuro. Quelli di Valle Olona sono piccoli e medi Comuni, la base del nostro Paese, popolati da gente che si impegna dalla mattina alla sera e chiede risposte. Il nostro territorio è solido e si dà da fare, ma al tempo stesso non vuole omologazioni di sorta. Non è un caso che questa crisi nasca nel Paese in cui senza carta di credito sei sulla strada (gli USA, ndr): sono stati evidentemente abbandonati alcuni valori. L’economia è un mezzo, non un obiettivo». Le banche sono fra le prime realtà da chiamare in causa, dice Volpi, «a reagire sono solo le banche di credito cooperativo e le casse di risparmio locali, le grandi banche non si sa bene cosa facciano di questi tempi. La luce in fondo al tunnel ancora non si vede, ma dobbiamo pensare già al dopocrisi».
Il suo collega castellanzese Fabrizio Farisoglio identifica tre linee d’azione da perseguire. Uno è il fronte dei contratti di lavoro. «Va fatta una rivalutazione profonda di questi strumenti, oggi non è più vero come al tempo dello Statuto del 1970 che tutelano il lavoratore. Marco Biagi aveva provato a intervenire, gli hanno sparato. La riforma è rimasta a metà, producendo brutture e storture, lasciando scoperti giovani e fasce deboli. Va cambiata la modalità di relazione con il lavoro, vanno estesi gli ammortizzatori sociali alle PMI, oggi escluse, e bisogna intervenire sul fronte del credito». Risorse, risorse, risorse: ne sono a secco le aziende come gli enti pubblici. Tutto sta nei capaci forzieri delle banche, che nell’ultimo quarto di secolo hanno rastrellato cifre mostruose. «Chi gestisce il denaro» fa eco Celestino Cerana, primo cittadino di Marnate, «lo deve rimettere in gioco per aiutare le PMI., Guardate solo l’edilizia: è peggio che ferma». Sullo stesso tono tutti i rappresentanti locali dei circoli del PdL: a una voce, la richiesta è che le banche sblocchino risorse e ridiano ossigeno e liquidità a tutto il sistema. Il denaro è potere: se lo si tiene fermo, che potere è? Si contesta anche l’applicazione di spread ingiustificabili rispetto a un costo del denaro ai minimi storici. E affiora, sottovoce, anche una certa insoddisfazione verso il modo in cui viene gestita la situazione nelle alte sfere: la base ha delle cose da dire. Il Capo resta infallibile per definizione, ma è tempo di darsi da fare.
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