Filippo Avalle espone “Stratificazione di luce”
Al Map una personale retrospettiva, curata da Federica Armiraglio, per il maestro che fu tra coloro che diedero vitalità alla plastica
Si apre sabato 18 aprile, alle ore 11, nei locali del museo castiglionese, la mostra dedicata a Filippo Avalle ed ai suoi allievi. L’iniziativa, “Focus sul Map/2: Filippo Avalle – Stratificazione e luce. Opere 1969-2008", è curata da Federica Armiraglio. La mostra resterà aperta fino al 17 maggio prossimo.
«L’iniziativa – dice l’assessore alla cultura, Stefano Ludioni – vede il concorso dell’assessorato e della Cos, Castiglione Olona servizi, ed offre uno sguardo di insieme ed un approfondimento sull’arte di Avalle dagli anni del Polimero arte fino ad oggi. Non dimentichiamo, infatti, che furono proprio gli anni di sperimentazione voluti dalla ditta Mazzucchelli a portare a Castiglioine Olona numerosissimi artisti le cui opere sono conservate nel museo».
La mostra ospita 35 opere del maestro collocate in due spazi: al Map, dove sono conservate anche le altre opere di Avalle; al castello del Monteruzzo, che fu sede storica del laboratorio del Polimero arte. «Aver collocato una parte della mostra al Map – spiega Federica Armiraglio -, permette un dialogo con le opere di Avalle conservate nella collezione permanente e con quelle create dagli altri artisti del Polimero Arte. Ma i visitatori potranno anche ammirare il contrappunto con l’architettura tardogotica dell’edificio e i suoi affreschi quattrocenteschi. Sono nuovi spunti ed accostamenti che danno maggior pregio al luogo ed alle opere stesse».
Nelle opere di Avalle si fondono con risultati di grande suggestione arte e tecnologia. L’artista adotta il plexiglas come materiale privilegiato, innestandovi luce elettrica o fibre ottiche e modellandolo con straordinaria perizia. Il risultato sono mondi immaginari in cui figurazione e astrazione si mescolano, dando origine a una profonda riflessione sul senso della realtà e sul destino dell’uomo. Tra le opere ricordiamo l’Ultima Cena, la Via Crucis ed i progetti architettonici di alcuni allievi di Avalle. «Con questa mostra – conclude Ludioni – prosegue il percorso artistico che si è aperto nel 2007 con le opere di Marcolino Gandini ed è proseguito, nel 2008, con la personale di Marcello Morandini».
«L’iniziativa – dice l’assessore alla cultura, Stefano Ludioni – vede il concorso dell’assessorato e della Cos, Castiglione Olona servizi, ed offre uno sguardo di insieme ed un approfondimento sull’arte di Avalle dagli anni del Polimero arte fino ad oggi. Non dimentichiamo, infatti, che furono proprio gli anni di sperimentazione voluti dalla ditta Mazzucchelli a portare a Castiglioine Olona numerosissimi artisti le cui opere sono conservate nel museo».
La mostra ospita 35 opere del maestro collocate in due spazi: al Map, dove sono conservate anche le altre opere di Avalle; al castello del Monteruzzo, che fu sede storica del laboratorio del Polimero arte. «Aver collocato una parte della mostra al Map – spiega Federica Armiraglio -, permette un dialogo con le opere di Avalle conservate nella collezione permanente e con quelle create dagli altri artisti del Polimero Arte. Ma i visitatori potranno anche ammirare il contrappunto con l’architettura tardogotica dell’edificio e i suoi affreschi quattrocenteschi. Sono nuovi spunti ed accostamenti che danno maggior pregio al luogo ed alle opere stesse».
Nelle opere di Avalle si fondono con risultati di grande suggestione arte e tecnologia. L’artista adotta il plexiglas come materiale privilegiato, innestandovi luce elettrica o fibre ottiche e modellandolo con straordinaria perizia. Il risultato sono mondi immaginari in cui figurazione e astrazione si mescolano, dando origine a una profonda riflessione sul senso della realtà e sul destino dell’uomo. Tra le opere ricordiamo l’Ultima Cena, la Via Crucis ed i progetti architettonici di alcuni allievi di Avalle. «Con questa mostra – conclude Ludioni – prosegue il percorso artistico che si è aperto nel 2007 con le opere di Marcolino Gandini ed è proseguito, nel 2008, con la personale di Marcello Morandini».
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