Mucche Ballerine, la Resistenza raccontata dalle “finte tonte”

Si è concluso al teatro del Popolo il minitour varesino dell'originale spettacolo di Sinequanon Teatro. Che racconta il 25 aprile dalla parte di chi non doveva esserne protagonista

La resistenza e la liberazione d’Italia, vista dal punto di vista delle mucche.
Tra i campanacci e il gracchiare della radio anni 30, si snoda  su una idea che va considerata perlomeno originale “Mucche Ballerine”, lo spettacolo che Sipari Uniti ha proposto in questi giorni in provincia (Più precisamente a Jerago il 20, a Olgiate Olona il 21, a Varese il 22) e che ieri sera, 23 aprile 2009, è andato in scena al teatro del popolo di Gallarate.

In realtà, quello che, tra i sorrisi, è raccontato in poco più di un’ora di spettacolo è la storia del fascismo e della resistenza raccontata dal genere femminile: "ragazze" di 700 chili che “non fanno fatica a fare le finte tonte” ma che al momento giusto sanno ribaltare i luoghi comuni maschili:  “dicono che le donne sono l’angelo del focolare, che non stanno mai zitte … – racconta la mucca Regina della sua giovane  padrona – Denise non so se è morta, come dicono, sputando in faccia ai tedeschi, ma di sicuro non ha parlato”.  Donne che sono state per un ventennio l’emblema della leggerezza dello spettacolo ai tempi del fascismo, e che persino le mucche ballano alla radio, che finiscono arrestate a Genova mentre cantavano Tuli-Tuli-Tulipan (Avvenne davvero, al trio Lescano).

Insomma tutto ciò che sta fuori dall’iconografia della Resistenza, e ne è stato invece parte integrante. Comprese le mucche, che hanno dovuto sospendere nel periodo fascista i tradizionali combattimenti valdostani perchè “non aiutavano la produzione del latte” e che invece la protagonista dello spettacolo vince, nel primo combattimento del dopoguerra nello stadio d’Aosta. Per quanto paradossali, tutti episodi veri: snodati dall’autrice dell’idea teatrale, Alessandra Celesia che è anche l’unica attrice sul palco, insieme a un gruppo di tre musicisti “parlanti” che l’accompagnano.

Bella idea, ma ambiziosa: che si regge su un’unica figura, quella appunto della mucca Regina,  che racconta la vita della sue compagne mucche, dei suoi proprietari, dei partigiani, dei ladri di tori, dei tedeschi e del trio Lescano in un un unico flusso narrativo che mette a dura prova la versatilità di chi narra.

Il che significa che, per rendere più godibile uno spettacolo divertente ma che si regge su di un difficile equilibrio, o l’attrice è un mostro sacro (ne vengono in mente non più di tre o quattro in grado di cimentarsi nell’impresa di fare la mucca e il toro, la donna partigiana e il trio Lescano tutto assieme: attrici “monstre”come Paola Cortellesi o sorprendenti come Maria Amelia Monti o Angela Finocchiaro, a cui chi scrive spera un giorno capiti in mano il testo…) o la regia è in grado di sottolineare e aiutare con forza i passaggi e i tempi.

Va da sè, viste le premesse, che a chi scrive è mancato un po’ sia l’uno che l’altro. Forse perchè drogata dal cinema e dalla tivù, o mal abituata da spettacoli monologo affollati che non riesce a dimenticare,  l’uscita dal Teatro del Popolo è stata con un “si può fare anche di più” nella testa.
Ma con una speranza: che “Mucche Ballerine” per cui la compagnia Sinequanon ha già preso i premi "Il Gioco del Teatro 2007" ed "Eolo Award 2008" (entrambi dedicati al teatro ragazzi) continui senza intoppi il suo percorso e venga sempre più scoperto, come testo e come spettacolo, anche al di là delle proposte per ragazzi.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Aprile 2009
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