“Necessaria un’altra materna? Noi lo diciamo da 10 anni”
Nota di Milena melato (PdL): “Adesso l’amministrazione ammetta l’errore e si muova”
Riceviamo e pubblichiamo
Leggiamo sulla stampa locale che sarebbe “necessaria un’altra materna” e che l’assessore alla pubblica istruzione Laura Prati sarebbe pronta a mobilitarsi per la realizzazione di un nuovo plesso nel momento in cui Malpensa dovesse ripartire ai livelli che tutti si attendono. Era ora, vien da dire: noi di Forza Italia, oggi PdL, proviamo a dirlo da dieci anni che una scuola materna non sarebbe bastata, inascoltati e addirittura sbeffeggiati, come capitò al consigliere Vincenzo Colucci in un consiglio comunale. Ora, da buoni ultimi, si svegliano anche i rappresentanti di sinistra di Nuova Cardano Viva, prima Costantino Iametti, poi Laura Prati: non è mai troppo tardi. Certo, se ammettessero anche di aver sbagliato completamente le loro previsioni e le loro decisioni al tempo della costruzione della scuola steineriana di via San Francesco, dimostrerebbero ben altra onestà intellettuale, innanzitutto nei confronti dei loro elettori. Ma, si sa, talvolta in politica conviene far “tabula rasa” del passato per apparire convincenti nel presente. E’ per questo che sull’argomento scuole materne ci sembra utile rinfrescare un po’ la memoria ai cardanesi. Ai tempi della costruzione della nuova e tanto decantata scuola steineriana di via San Francesco, erano i rappresentati dell’allora Forza Italia a battersi contro il progetto varato dall’amministrazione di Giancarlo Aspesi e confermato da quella di Mario Aspesi: proponevamo la realizzazione di due plessi scolastici distinti, che avrebbero garantito maggior flessibilità in quanto si sarebbero potuti ampliare in base alle esigenze. Tra l’altro dal punto di vista finanziario sarebbe bastato accantonare il faraonico e costosissimo progetto della scuola steineriana per avere a disposizione risorse sufficienti a mettere a punto i due plessi da noi proposti. Però quelli erano i tempi della finanza allegra e delle spese folli, il patto di stabilità era appena stato introdotto dal ministro Tremonti e il Comune di Cardano si sentiva investito dalla missione ideologica di costruire a tutti i costi la scuola steineriana, forse per “fare qualcosa di sinistra”. Oggi però quella scelta politica si dimostra errata dal punto di vista pratico e tecnico, dato che la scuola materna steineriana è al limite della propria capienza massima e non può più essere ampliata.
A questo punto però non basta rendersi conto del problema e ammettere, come fa l’assessore Prati, di monitorare la situazione di Malpensa per capire se il trend di crescita demografica continuerà. Non è questo il momento di temporeggiare, dato che la carenza di posti e di aule disponibili per il servizio di scuola dell’infanzia non dipende dal destino di Malpensa ma è già una realtà concreta dell’oggi. Il numero di iscrizioni alla materna comunale per l’anno scolastico 2009-2010 supera il limite massimo di bambini accoglibili dal plesso di via San Francesco, e a tamponare le esigenze non basta nemmeno la capacità dell’asilo paritario parrocchiale “Porraneo” (menomale che c’è e che dopo tanto pressing anche l’amministrazione si sia accorta che andava sostenuto pur non essendo rispondente ai canoni statalisti di certi rappresentanti politici di Nuova Cardano Viva). Non crediamo sia una soluzione ideale quella di sistemare due classi della materna in un “sottoscala” del plesso Manzoni al Cuoricino, come intende fare l’amministrazione dopo aver stanziato fondi ad hoc nell’ultima variazione di bilancio. Soprattutto per una questione di equità nei confronti dei genitori dei bambini iscritti alle materne: ci chiediamo se l’assessore alle pari opportunità Laura Prati ritenga giusto e corretto discriminare due classi di bambini cardanesi e ghettizzarli in un plesso scolastico raffazzonato. Da un punto di vista educativo non è sicuramente auspicabile questo distacco dal resto della popolazione scolastica, in un contesto che non offre i servizi e le comodità che la scuola materna può garantire a tutti gli altri bambini, e da un punto di vista di equità i genitori di questi bambini costretti ad accontentarsi del “sottoscala” delle scuole Manzoni non possono essere trattati come famiglie di serie B, dato che pagano rette e tasse come tutte le altre famiglie e hanno diritto ad un servizio completo e adeguato per i propri figli. Quella delle Manzoni è una scelta di ripiego, che può anche essere accettabile per un anno, ma che non dovrà ripetersi in futuro. E’ per questo motivo che invitiamo l’amministrazione a muoversi, non è il momento di restare con le mani in mano. Quella delle scuole materne è una priorità urgente dell’azione di governo e va affrontata tempestivamente e senza inutili attendismi. In bilancio ci sono più di 2 milioni di euro per la realizzazione della piscina in project financing e oltre mezzo milione di euro per l’acquisto della ex Cava, due opere per le quali continuiamo a non vedere tutta questa urgenza in un momento di difficoltà per la finanza pubblica e con la mannaia del patto di stabilità che impone oculatezza nelle spese. In questo momento la vera priorità è la scuola materna: si svincolino i fondi dalla piscina e dall’oasi naturale, rimandando a data da destinarsi la realizzazione di queste opere, e si investano le risorse disponibili nella realizzazione della nuova scuola materna. Sarebbe una scelta coraggiosa, ma è quello che oggi serve a Cardano: impuntarsi sulla piscina e sull’oasi solo perché erano i punti cardine del programma elettorale del centrosinistra sarebbe solo un segno di testarda ostinazione, la stessa che ha portato anni fa alla realizzazione “a tutti i costi” della scuola steineriana. Ci rendiamo conto che cambiare rotta in questo momento sarebbe di fatto un’ammissione di colpa per un’amministrazione che non ha saputo pianificare adeguatamente i propri servizi. A volte però anche i “mea culpa” sono segno di concretezza e di buon senso.
Milena Melato
Coordinatore PdL Cardano al Campo
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