Claudio Castiglioni rinnova l’allarme: “Mancano i soldi per la Serie A”
Il presidente di Pallacanestro Varese rinnova gli inviti a imprenditori e politici: «Entro fine mese dovremo capire su chi e su quanto possiamo contare. Si accetta ogni soluzione, basta che sia seria»
«Entro fine mese Varese e la sua provincia devono fare qualcosa, noi così non possiamo continuare». Claudio Maria Castiglioni è secco e deciso nel lanciare l’allarme, come forse non lo era mai stato fino a oggi. Il presidente della Pallacanestro Varese parla a chiare lettere e rinnova l’appello verso chiunque possa aiutare il club biancorosso.
Presidente Castiglioni, qual è la situazione allo stato attuale?
«In questo momento la società non ha debiti con la Federazione, il problema non è quello dell’iscrizione al campionato Serie A ma è quello del budget per affrontare la stagione. Un budget che in questo momento non c’è e che la mia famiglia non è in grado di assicurare. Ci diamo tempo fino all’ultima settimana di giugno per capire quali forze potremo mettere in campo».
Quali sono i motivi per cui la famiglia Castiglioni non riesce ad assicurare l’apporto degli scorsi anni?
«La situazione generale è pesante. Come sapete, il Casti Group è una realtà industriale che in questo momento ha altre priorità e obblighi cui non può venire meno. Non è proprio possibile distrarre fondi per la pallacanestro. Abbiamo fatto uno sforzo per la stagione passata, perché non volevamo lasciare dopo la retrocessione: potevamo accontentarci di vivacchiare in A2 con un budget ridotto ma questo non è il nostro spirito. Siamo tornati al piano di sopra, ora è neccessario un intervento esterno».
Scenario impossibile: arriva un emiro e chiede di comprare la società per intero. Voi la cedereste?
«Qualsiasi ipotesi che faccia vivere la Pallacanestro Varese è bene accetta. Dall’emiro che la vuole comprare a coloro che vogliono sponsorizzarci, insieme a Cimberio, fino a quelli che mettono soldi per entrare in società al nostro fianco e via discorrendo. Non precludiamo alcuna soluzione, basta si agisca per il bene del club biancorosso».
Ha fissato un prezzo per metterla, eventualmente, in vendita?
«No. O meglio, è a costo zero al netto delle garanzie necessarie per assicurare la continuità della Pallacanestro Varese e delle sue attività. Se dovessi dare un prezzo per rientrare dalle spese sostenute in tutti questi anni parleremmo di parecchi milioni di euro, ma sarebbe improponibile. Pensiamo a salvare la società, servono garanzie solide».
I politici fanno la fila in parterre per assistere alle partite, il match con Veroli ne è stata la dimostrazione massima. Che risposte avete avuto da questo versante?
«La politica è un campo che va battuto, perché io credo che sia compito di queste persone lavorare per il bene del territorio. E a Varese la Pallacanestro è senz’altro uno dei fattori importanti e aggreganti per tutti. Io credo che proprio i politici, di cui non mi interessa il "colore" ma l’appartenenza alla città, possano fare molto dal punto di vista dei rapporti. Risposte purtroppo, fino a ora, non ce ne sono state anche se credo e spero che il messaggio sia stato recepito forte e chiaro. Aspettiamo, come ho detto, ma ribadiamo anche che il tempo stringe».
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