La tecnologia Rfid esce dalle università per fare affari

L'edizione 2009 dell'Rfid summit, che riunisce i laboratori che studiano e implementano la tecnologia a radio frequenza, ha messo in evidenza la “voglia di impresa” che ormai la ricerca applicativa comincia a maturare

La tecnologia Rfid, a colpi di tesi di laurea e spin off, sta cominciando ad uscire dalle università e diventare azienda e occasione di affari.

L’edizione 2009 dell’Rfid summit, l’incontro annuale che raduna i laboratori che studiano e implementano la tecnologia a radio frequenza per aziende ed enti, ha messo in evidenza questa “voglia di impresa” che ormai la ricerca applicativa comincia a maturare. Anche perchè l’Rfid è strettamente legata a una parola d’ordine che presto diventerà trendy per un gran serie di prodotti, “internet delle cose”: cioè la possibilità di sfruttare la Rete per “animare” e “rendere più intelligenti” gli oggetti di uso quotidiano.

Per questo ormai Rfid è diventato un termine riduttivo che in realtà comprende progetti ormai molto più ampi, come è emerso nella tavola rotonda nel pomeriggio, “L’Rfid nel 2009, tra crisi e opportunità” tra tutti i direttori di laboratori Rfid d’Italia.  Un trend che già si nota tra i vincitori del RFID Award 2009, il premio per i migliori progetti Rfid applicati dalle aziende nel corso dell’anno.

Tra i premiati, per esempio, c’è Kuehne + Nagel, che ha avuto il riconoscimento come miglior progetto aziendale interno: un progetto che vede protagonista diretta anche Iveco, che l’azienda ha dotato della tecnologia Rfid per gestire i pezzi di ricambio dei loro mezzi.
O il PisaPass, tessera Rfid che permette in un colpo solo di gestire il traffico controllato della città di Pisa – quindi permettere o no gli accessi alla città attraverso i tag rfid – e di accedere ai pagamenti agevolati per i residenti (premiato come miglior progetto di rilevanza sociale e ambientale).
O come la Cooperativa agricola San Rocco, che ha addirittura messo il chip rfid nelle piante di mandaranci e clementine, per gestire dalla nascita alla vendita la purezza delle piante siciliane doc, e già che si può monitorare la loro manutenzione, come la regolarità dei trattamenti antiparassitari e altro.
O infine, come il comune di Venaria Reale (premiato dal pubblico del summit), che ha cominciato a gestire una tessera Rfid per le mense scolastiche (che ora permette alle mamme di pagare i buoni con una tessera a scalare in farmacia, e ai bambini di scegliere il menù e poi giudicarlo) e si è ritrovato con una tessera mltiservizi, che si ricorda quando hai misurato l’ultima volta la pressione e ti fa prendere la bicicletta del bike sharing.

Premi e menzioni sono andati, nel corso delle premiazioni, anche ad ActValue (premiata come migliore idea), Logistic Pilot (prima ex-aequo con la cooperativa, nella categoria miglior progetto di filiera) e Slimpa-Kone, menzione come miglior progetto varesino.

A premiare queste aziende ed enti già a pieno titolo nel domani, una serie di autorità “ospiti”. Si sono infatti avvicendati nella consegna dei diversi premi: Bruno Amoroso, Presidente della Camera di Commercio di Varese; Michele Graglia, Presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese; Rolando Imbrò, della Direzione Generale Industria della Regione Lombardia; Vittorio Gandini, Consigliere Delegato dell’Università Carlo Cattaneo – LIUC. Affiancati da Otello Azzali, Vice President Aton SpA e da Tullio Pietrosanti di Gruppo TIA – Assoknowledge.

Il premio Rfid Award, ideato da Lab#id dell’università Liuc e ora organizzato con Cedites, è alla sua ultima edizione varesina: dal 2010 il premio e il summit si sposteranno nella capitale, a Roma.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Giugno 2009
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