Rifondazione… democristiana a Busto Arsizio
Il senatore Graziano Maffioli "benedice" la rinascita del circolo UDC, stroncato tre mesi fa dalla defezione in massa della dirigenza in favore del PdL. "Lo scudo crociato resiste, tra i bustocchi c'è una forte tradizione di segno DC"
A Busto Arsizio l’UDC risorge dalle sue ceneri come l’araba fenice, "benedetta" dal senatore Graziano Maffioli. Il partito di Casini e Cesa era stato letteralmente spazzato via dal panorma politico cittadino, non per un’improvvisa quanto improbabile disaffezione di un elettorato limitato ma stabile, quanto dalle scelte del gruppo dirigente che quasi al completo era saltato sul carro del PdL berlusconiano, "traghettato" da un Raffaele Cattaneo in versione "pigliatutto". Addio alle scelte "romanocentriche" di Casini & Co, si era detto allora… per quelle quasi altrettanto romanocentriche del Cavaliere (Palazzo Grazioli, con la variante "federalista" di Arcore o quella "quote rosa" di Villa Certosa…). Un consigliere comunale e un fresco assessore, già primo consigliere comunale del partito anni prima, erano "volati via" insieme alla gran parte della dirigenza.
Tutto spazzato via come un brutto ricordo: l’UDC torna al suo posto come un gruppo unito e ampiamente rinnovato, che ha "pescato" tra i propri iscritti più giovani una nuova dirigenza locale. Il presidente cittadino sarà Salvatore "Rino" Cappello, affiancato nell’esecutivo da Francesco Iadonisi, Giuseppe Guarnera, Sandro Gimillaro e Davide Iadonisi. Non è forse un caso che il lombardissimo Maffioli, che con l’assessore provinciale Christian Campiotti (tuttora in giunta col centrodestra, altro che romanocentrismo!) ha voluto rimarcare l’importanza del momento per le sorti del partito, dia addosso alla Lega Nord. «Forse è giunto davvero il momento di rialzare lo scudo crociato anche contro le provocazioni di Bossi che dice che i democristiani sono tutti da prendere a legnate, come in un passato ormai remoto si fece contro i comunisti». Più che di politica, con quella croce levata a difesa la scena sa di esorcismo.
L’appello di Maffioli è «al popolo democristiano di Busto Arsizio, città in cui le radici DC sono forti. Sono fiducioso e convinto che alle prossime elezioni comunali (2011, ndr), il nostro traguardo, prenderemo più voti che nell’ultima consultazione». Per le imminenti elezioni europee, invece, il sostegno convinto del partito va a Luca Volonté: libere le altre due preferenze ammesse. Una tattica precisa per "piazzare" uomini al posto giusto: con il saronnese a Strasburgo si "sbloccherebbe" anche la situazione candidature in vista delle regionali, con effetti di rinnovamento nel partito, che in Lombardia cmbatte una delle battaglie più dure contro le sirene del PdL e della Lega.
«Siamo figure "vergini" rispetto alla politica» dice il coordinatore Francesco Iadonisi, «vogliamo dare un nostro contributo, portare qualcosa di nuovo a livello locale». «La partecipazione di nuovi elementi» commenta Maffioli «è nel segno di quel processo avviato a Todi e nella Costituente di Roma e che poterà ad un partito nuovo, con l’inserimento di personalità di vari estrazione, penso solo ad un personaggio come Ferdinando Adornato. Del resto saremo un partito più aperto che in passato, disponibile ad accogliere il contributo di tutti. E questo Paese» conclude l’ex parlamentare di Casale Litta «ha bisogno di moderazione, non di politica urlata».
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