“Problemi non ce ne sono, tutto il mondo è paese”
Due gerenzanesi d'Egitto (proprio così) involontari "portavoce" degli stranieri del paese. Il problema più pressante è la mancanza di lavoro causa la crisi
Mentre in paese la politica bisticcia e litiga sulla loro pelle, gli immigrati non sembrano darvi molto peso. Non sarà certo una statistica affidabile sentire un paio di persone, ma la prima impressione non è quella di gente che avverta problemi particolari, a parte la crisi economica. «È vero, siamo molti stranieri qui a Gerenzano» ci fanno Mimmo e Ahmed, egiziani, seduti come molti altri, italiani e non, giovani e meno giovani, sul muretto in piazza, nel calore di un tardo pomeriggio d’estate. Mimmo è tracagnotto, due occhi piccoli in un viso paffuto, tipico tra la sua gente; Ahmed, di carnagione più pallida, ha uno sfregio in viso. Avranno fra trenta e trentacinque anni: dicono di essere qui da tre anni. «C’è chi affitta, anche chi ha comprato casa e si sta pagando il suo bravo mutuo». I connazionali sono numerosi: la comunità egiziana è ben radicata, e a quanto ci dicono i nostri, residenti in paese ma non negli "incriminati" cortili del centro, è giunta in buona parte, come loro, attraverso la più classica delle catene migratorie. Un parente si è portato qui Mimmo; altri hanno fatto lo stesso con le rispettive famiglie. Ahmed non è imparentato, ma entrambi vengono dalle stesso paese della provincia del Cairo. Dall’ombra delle Piramidi a quella dell’Albertone da Giussano, giusto quello che ci vuole per ripararsi dal sole padano che di certo non fa paura a questi figli del Nilo. "Naturalmente", venendo da un paese di cotanti costruttori, lavorano in edilizia. «C’è poco lavoro» abbassano lo sguardo. «C’è crisi, e non solo qui in Italia: in tutto il mondo c’è».
Quando gli chiediamo dei rapporti con gli italiani e con gli stranieri di diversa nazionalità e cultura fanno spallucce. «Problemi non ce ne sono, siamo tutti amici» dice Mimmo. Egiziani… e anche un po’ indiani per quieto vivere. «Certo poi, sì, c’è qualche italiano che non è bravo con noi» fa incespicando nei termini, «ma dove vai, trovi sempre il buono e il meno buono. Tutto il mondo è paese». Ovviamente della storia dell’assessore e dei cortili non sapevano nulla: se c’è una costante nell’immigrazione in Italia è che, soprattutto quella di data recente, è troppo impegnata a rifarsi una vita, più o meno legalmente, per impicciarsi di politica. Ma come sempre, se non ti interessi di politica, è la politica ad interessarsi di te.
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