Delitti in famiglia, una scia di sangue da un capo all’altro del Varesotto
Dalla strage di Cadrezzate a quella di Gornate Olona, un repertorio di orrori e tragedie, fra l'odio che spegne nel crimine amori finiti e le tenebre della malattia mentale
I delitti in famiglia, tragedia nella tragedia della violenza, hanno purtroppo una lunga storia anche nelle nostre terre. In più occasione i quotidiani locali hanno avuto modo di occuparsi di vicende terribili che hanno scosso intere comunità. Ripercorriamo alcuni di questi fatti di sangue.
Nel gennaio 1998 la strage di Cadrezzate:
Elia Del Grande, rampollo di un’autentica dinastia di fornai, uccide i genitori e il fratello a colpi di fucile. Un fatto che ebbe risonanza nazionale.
Il 24 novembre 2001:
a Tradate al termine di una violentissima lite coltello in pugno tra marito e moglie muoiono Patrizia Duregon e la figlia Giulia, di nove anni; il marito e padre Pietro Volonté tenta di suicidarsi senza riuscirci.
Il 12 giugno 2002:
la tragedia avviene nello studio dell’avvocato, sullo sfondo di una separazione. Nello studio Cifarelli di Lavena Ponte Tresa il finanziere 32enne Stefano Martin ammazza a colpi di pistola la moglie Rosella Ferrari e si suicida, tutto sotto gli occhi delle segretarie terrorizzate del legale.
Il 25 settembre 2002:
a Varese, follia e disperazione, salendo di livello, esplodono poi direttamente a Palazzo di giustizia. Rosolino D’Aiello, 62 anni, carabiniere in pensione, uccide anche a qui a colpi di pistola la moglie Cosima Granata, 49 anni, durante l’udienza di separazione al tribunale di Varese, alla vista di giudice e avvocati.
Il 9 aprile 2004:
l’orrore colpisce Busto Arsizio la mattina del . Qui si legano i dissapori familiari e la follia. Nella sua casa di via Monti Roberto Guaia massacra a coltellate i figli adolescenti Ilaria e Danny, 17 e 14 anni, per odio verso la moglie, da cui era separato e che viveva in Germania. Una scena terribile si presenta agli occhi delle forze dell’ordine, lo stesso vicequestore Mauriello se ne confesserà sconvolto. Un terzo figlio, Emanuele, 19 anni, si salva per miracolo, essendo assente dalla casa del apdre al momento del raptus.
Il 21 gennaio 2005:
è la tranquilla frazioncina sommese di Maddalena, in riva al Ticino, ad essere sconvolta, non più dal rombo dei decolli di Malpensa, ma da quello delle armi. Al bar Fogador è una vera mattanza quando il 55enne Efisio Serra, pluripregiudicato con già un’omicidio "all’attivo" nel suo passato, uccide sua sorella Maria Teresa e la cliente del bar Lorella Fabian (la nipote del Serra, Isabella Ferrari, muore soffocata dal fumo dell’incendio appiccato dal Serra prima di sparare) e ne ferisce un’altra prima di suicidarsi.
Il 4 maggio 2005:
un’altra strage familiare pochi mesi dopo è nel segno delle tenebre della mente. A Viggiù, il 27enne Gaetano Restivo, gravemente depresso, uccide a fucilate i più giovani fratelli Gianni, 24 anni, e Antonio, appena quattordicenne, poi sparisce di casa per alcune ore prima di essere catturato.
Il 9 gennaio 2006
è di nuovo Busto Arsizio a fremere d’orrore quando Luigi Tosi, detenuto in semilibertà, noto anche come "Il gatto" fra i vecchi compagni delle bische clandestine, assassina la sorella Maria Grazia e il cane di lei. Vent’anni prima aveva ammazzato la moglie e fatto sparire il suo corpo, venendo identificato come il responsabile solo dopo un’accurata inchiesta.
Pochi giorni dopo un nuovo orribile delitto fra conviventi a Gorla Minore, stavolta tra stranieri. Jean-Claude Djabe, ivoriano, uccide a sprangate una cugina e riduce in fin di vita un’altra donna, sua convivente, che si salverà a stento. Dietro questo crimine, compiuto in presenza di alcuni bambini terrorizzati, addirittura l’ombra della stregoneria, credenza ancora diffusa in vaste plaghe dell’Africa.
Una linea di sangue che non si arresta quella dei delitti contro i familiari.
Il 22 marzo 2007
a Busto Arsizio muore Maurizio Sarcià, 47enne con gravi problemi psichiatrici, ucciso dal fratello Sergio, esasperato dopo una violentissima lite in cui l’altro gli aveva rotto il naso. Vicenda chiusa di recente da una sentenza che ha riconosciuto l’eccesso di legittima difesa.
E ancora: due mogli vengono uccise a breve distanza di spazio e tempo l’una dall’altra in Valle Olona.
Il 15 dicembre 2007
Gaetano Panato, 67 anni, uccide a coltellate la moglie Irma Zanderigo nella villetta di Nizzolina di Marnate, dopo una lite. Dopo un intervento chirurgico era caduto in depressione. Il 16 gennaio 2008 a Gorla Maggiore Angelito Mascheroni uccide la consorte Ermanna Rampinini, malata, dopo una notte di discussioni. E ancora, più di recente, è di nuovo Busto Arsizio a tornare tragicamente sulle prime pagine della cronaca quando Rinaldo Gallazzi, 51 anni, uccide il padre Bruno, 82enne, e si suicida impiccandosi in cantina dopo essersi ferito. L’anziano era fragile e malato, la madre era in ospedale al momento del crimine.
Fino ad oggi, al delitto di Gornate: un’intera famiglia distrutta, ancora una volta per una separazione che lui ha vissuto come la fine di tutto.
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