“Lo scudo fiscale rischia di penalizzare i frontalieri”

I sindacati commentano il provvedimento di Tremonti: "I lavoratori non possono essere assimilati a coloro che hanno esportato illegalmente capitali verso l’estero"

«Le lavoratrici e i lavoratori frontalieri italiani non possono essere in alcun modo considerati alla stessa stregua di coloro che hanno esportato illegalmente capitali verso l’estero». Dopo la crisi che non ha risparmiato il Canton Ticino c’è una nuova preoccupazione per i sindacati dei lavoratori italiani in Canton Ticino. La esprimono Claudio Pozzetti, segretario nazionale Cgil Frontalieri, e Giancarlo Bosisio, presidente del Csir, il Consiglio sindacale interregionale Ticino-Lombardia-Piemonte che raccoglie i rappresentanti dei sindacati ticinesi e italiani che operano sulla fascia di confine.

I sindacalisti si riferiscono agli effetti che potrebbero avere per i lavoratori le norme che regolano lo scudo fiscale introdotto dal ministro Tremonti. La circolare della Direzione centrale normativa dell’Agenzia delle Entrate precisa infatti che sono esentati dal dover dichiarare i propri redditi esteri «mediante l’accredito degli stipendi o altri emolumenti derivanti da tali attività lavorative» i lavoratori «che prestano in via continuativa attività lavorative presso organismi comunitari», ma anche «i residenti nel Comune di Campione d’Italia in relazione alle disponibilità detenute presso istituti elvetici». 

«La nostra è una semplice preoccupazione – proseguono i sindacalisti nel loro comunicato – ma considerato che la circolare cita chi lavora in organismi comunitari e i cittadini di Campione e non i quasi 55mila frontalieri italiani, di cui ben 44.500 solo nel Canton Ticino, i nostri timori credo siano giustificati. Così abbiamo già contattato i parlamentari della zona e quelli eletti in Svizzera, ma anche direttamente il Governo. I frontalieri sono nei fatti obbligati ad avere un conto corrente bancario in Svizzera su cui i loro datori di lavoro versano la retribuzione, questo perché effettuare ogni volta un bonifico internazionale complica la procedura accrescendone i costi, ma non per questo possono essere annoverati tra coloro che debbono ottemperare allo scudo esattamente come accade per i campionesi».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Ottobre 2009
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