Scuola Marconi: “Contributo delle famiglie necessario”
La dirigente scolastica spiega che cos’è il contributo di venti euro e come viene utilizzato dall’Istituto comprensivo: “Il comune ci sostiene molto, ma le spese sono tante”
«Il contributo non è obbligatorio, ma necessario». Caterina Scarabelli, dirigente dell’istituto comprensivo Marconi, commenta così i venti euro richiesti dalle scuole di Venegono alle famiglie. Dopo il botta e risposta tra il sindaco di Venegono Superiore Francesca Brianza e il consigliere di maggioranza Riccardo Pellegrini, relativo all’insegnamento dell’inno di Mameli e all’approvazione del Piano di diritto allo studio, la Scarabelli spiega che «non è la prima volta che richiediamo alle famiglie di contribuire. Sono venti euro, che quest’anno il Consiglio d’istituto ha deciso di richiedere in un’unica soluzione, invece che dilazionarlo durante l’anno».
Una somma che comprende, come spiegano dalla scuola, molte voci: 7 euro per l’assicurazione degli studenti, 1 euro per la foto di fine anno e 2 euro e 30 centesimi per il libretto, utilizzato nella scuola secondaria. La restante parte della somma versata, 8 euro e 65 per le scuole secondarie e 12 euro per le primarie, vengono ripartiti per metà al singolo plesso, per l’acquisto del materiale didattico necessario, mentre l’altra metà è destinata al funzionamento amministrativo dell’istituto. «Ci tengo a ricordare – aggiunge il dirigente -che il contributo non è assolutamente obbligatorio. Molte famiglie hanno già fatto presente che si limiteranno a pagare l’assicurazione e il libretto, nel caso della scuola secondaria».
Un contributo che esiste da tre anni.«Richiediamo questo aiuto alle famiglie – spiega ancora la Scarabelli – da quando i fondi del Ministero per il funzionamento amministrativo e didattico sono venuti meno. È un’iniziativa che prende l’istituto, che non c’entra con il Piano di diritto allo studio del approvato dal Comune. Anzi, il Comune fa già molto per la scuola. Il contributo richiesto serve a coprire, almeno in parte, i fondi che dovrebbero arrivare da Roma, e che da anni non arrivano. Basti pensare che abbiamo un credito di 90 mila euro con il Ministero, per le supplenze che sono state svolte nell’istituto negli ultimi anni e non sono ancora state pagate. Purtroppo questa è la situazione della scuola statale italiana, e noi cerchiamo in tutti i modi di arginare questo buco incredibile».
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