Giallo delle mani mozzate, si indaga in paese
Ieri è stato effettuato un nuovo sopralluogo nella villetta. Gli inquirenti stanno infatti verificando di persona le testimonianze raccolte
La squadra mobile ha interrogato un gruppo testimoni, sabato e domenica, per venire a capo dell’omicidio di Carla Molinari. La donna assassinata il 5 novembre e a cui l’assassino ha tagliato le mani. Gli inquirenti stanno restringendo il campo, i testi a cui vengono fatte domande sono oramai una decina o poco più, le persone che conoscevano meglio la donna a cui la squadra mobile sta chiedendo informazioni sulla vita della anziana uccisa, sul suo passato, le sue frequentazioni oltre ad aver già verificato nei giorni scorsi tutte le coincidenze temporali, e cioè dove erano e che cosa stavano facendo quella sera.
Ieri è stato effettuato un nuovo sopralluogo nella villetta, a cui probabilmente ne seguiranno ancora altri. Il motivo è interessante. Gli inquirenti stanno infatti verificando di persona, dopo ogni sessione di interrogatori, le informazioni che vengono raccolte. Entrano nella casa, misurano distanze, verificano che da una certa posizione siano visibili, oggetti, particolari della villetta e altro, tutte indicazioni probabilmente raccolte durante le testimonianze che, incessanti, vengono raccolte in questura in questi gironi. Alcuni testi sono stati ascoltati più volte e la soluzione del giallo non sembra imminente.
Rimane certo che il killer ha tentato una messa in scena per depistare e che ha asportato le mani con precisione chirurgica. Più che dalla Francia o dall’Austria, dove pure sono stati fatti controlli, il cerchio degli inquirenti si sta stringendo verso le conoscenze della vittima. Spunta anche l’ipotesi di un esecutore diverso dal mandante; nulla si può escludere e nemmeno questa pista, ma al momento gli investigatori sono scettici
La sensazione, come si diceva, è che la soluzione vada cercata nelle conoscenze della donna e che le modalità dell’omicidio nascondano qualcosa di molto particolare che ancora non è emerso. A Cocquio o nei paesi limitrofi, la pressione sta un po’ condizionando la gente, tanto che anche il sacerdote della parrocchia di Sant’Andrea, don Hervè Simeoni, ha chiesto ai propri concittadini di non lasciarsi andare a pettegolezzi infondati e di pregare affinché l’assassino si costituisca.
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