Il Pd su Amsc: “Scalate societarie pagate troppo”
Con una serie di operazioni dal 2001 l'ex municipalizzata ha acquisito la maggioranza di Prealpi Servizi, la società nata per gestire l'acqua in provincia. Secondo i democratici l'operazione è costata 5 milioni di perdite
Il percorso che porta Amsc ad essere detentore della maggioranza delle quote è quanto mai tortuoso e complicato, anche a causa delle mille società coinvolte, spesso con nomi simili. La “scalata” è iniziata nel 2001, quando Amsc acquisisce il 13,5 di Sogeiva attraverso l’acquisto di una parte di Fineco, fino a quel momento interamente di proprietà della Green Holding. «Amsc si è trovata così ad essere socia con la Green Holding dell’imprenditore Giuseppe Grossi, oggi agli arresti con l’accusa di “riciclaggio di 22 milioni di euro tramite la creazione e l’interposizione di complessi e numerosi schermi societari". La quota di Green Holding è poi stata acquistata nel 2006 con una operazione che fu a lungo bloccata dal comune di Varese che ne contestava l’importo di 2 milioni e 250 mila euro» spiega Angelo Protasoni, che insieme a Gianni Girardi ha ricostruito la vicenda a partire esclusivamente dai bilanci delle società che fanno capo ad Amsc. Nel frattempo Amsc impianti&Servizi aveva già acquistato dalla Provincia di Varese il 50% di Sogeiva, l’azienda che si occupa della depurazione. A conti fatti, un’operazione che costa complessivamente 7 milioni 677mila Euro, la stima del valore della società acquisita.
L’ultimo passaggio è l’aggregazione , a fine 2008, delle diverse società nella nuova società destinata alla gestione del ciclo integrato dell’acqua, Prealpi Servizi srl, di cui Amsc detiene (grazie
alle sue partecipate e all’ultima e più importante acquisizione, quella di Sogeiva) il 37,5% delle quote. In questo modo la società gallaratese si trova nella posizione di maggior azionista, dato che Agesp e Aspem possiedono il 13,5% ciascuno e le restanti quote sono divise tra piccole società. «Ma il 37,5 % – conclude Girardi – corrisponde ad un valore di 2 milioni 200mila, a fronte dei 7 milioni e 677mila spesi per ottenere quel risultato». E quindi la “scalata” sarebbe costata ai cittadini gallaratesi (il Comune è socio di maggioranza di Amsc) 5 milioni di euro. Il gioco potrebbe però valere la candela, se la società riuscisse ad ottenere la gestione del servizio integrato dell’acqua in Provincia, un affare da milioni di euro. Peccato che nel frattempo sia intervenuto il decreto Ronchi, che modifica ampiamente il quadro, imponendo la partecipazione dei privati nelle società del servizio idrico.
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