La Svizzera mette al bando i minareti
A sorpresa il quesito referendario proposto dalla destra nazionalista che chiedeva di vietare la costruzione di luoghi di culto islamici è passata con il 57% dei voti. No al bando sull'esportazione di armi
La Svizzera dice si al divieto di costruzione di minareti e no al bando delle esportazioni di armi. L’iniziativa referendaria per il bando dei simboli religiosi musulmani è stata accettata con il 57% dei voti. Gli elettori erano oggi chiamati a pronunciarsi sulla controversa iniziativa promossa dalla destra, che chiede appunto di vietare la costruzione di nuovi minareti. Un secondo referendum in votazione chiedeva, invece, di bandire le esportazioni di materiale bellico. La proposta è stata bocciata.
Secondo i promotori dell’iniziativa, i minareti sono un simbolo del potere islamico, più che religioso, e per questo devono essere banditi. Contro il divieto, giudicato discriminatorio e pericoloso, si sono schierati il governo e la maggioranza dei partiti. I musulmani, che sono il 5% della popolazione elvetica, dispongono di circa 200 luoghi di preghiera in Svizzera, ma solo quattro minareti, che non sono usati per il richiamo alla preghiera.
Il testo sul divieto di esportare materiale bellico chiedeva che la Confederazione sostenga e promuova gli sforzi internazionali nel campo del disarmo e del controllo degli armamenti. Domandava quindi il divieto di esportazione e di transito attraverso la Svizzera di materiale bellico, comprese le tecnologie che possono servire alla produzione di armamenti.
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