Piano di Governo del Territorio, spunta un ricorso al TAR
A presentarlo è stata Lidia Zaffaroni, citando una non corretta applicazione delle norme sull'incompatibilità per chi ha interessi, personalmente o tramite parenti, relativi alle scelte urbanistiche
Il PGT di Castellanza sarebbe stato approvato dal consiglio comunale in modo potenzialmente illegittimo. Ne è convinta Lidia Zaffaroni, del gruppo consiliare Insieme per Castellanza, che ha presentato a fine ottobre un ricorso al TAR Lombardia, chiedendo una sospensiva del provvedimento.
Il motivo è presto detto: l’incompatibilità di alcuni consiglieri e assessori per interessi che li tocano personalmente o toccano loro parenti.
Il 29 settembre scorso il consiglio si riunì per votare l’atteso (e discusso) provvedimento. «Preventivamente, avevo mandato una lettera al presidente del consiglio e al segretario comunale» spiega «per fare presente che era opportuno ricordare prima della seduta ai consiglieri di astenersi qualora avessero avuto conflitti d’interesse». Concetto cui, si sa, la politica italiana è allergica da molto tempo, anche di fronte a situazioni ben più clamorose di quella della piccola Castellanza.
In seduta però è stato letto l’art. 24 dello Statuto comunale, che riprende in toto l’art. 78 del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL, legge 267/2000) laddove questo specifica che l’astensione è richiesta non si applica ai provvedimenti normativi o di carattere generale, quali i piani urbanistici". Come dire: via libera, secondo ogni interpretazione: tranne però per un dettaglio: il testo aggiunge "se non nei casi in cui sussista una correlazione immediata e diretta fra il contenuto della deliberazione e specifici interessi dell’amministratore o di parenti o affini fino al quarto grado". Zaffaroni si è andata a sedere fra il pubblico, «perchè una mia parente di quanto grado ha presentato un’istanza…»
Il PGT innanzitutto non è un piano urbanistico, ma uno strumento di gestione del territorio». Un cavillo? «Nossignori. Ci sono precisazioni del Ministero dell’Interno al riguardo, fra cui una del 3 giugno 2008 nella quale si legge che la giurisprudenza concorda sul dovere di astensione da parte dei consiglieri in situazioni anche potenzialmente di conflitto. Ed è chiaro che per approvare questi atti servono imparzialità e serenità».
Sembra insomma che ci sia un conflitto sì, ma fra la legge e le interpretazioni del ministero: o no? «Il TUEL risale al 2000: il Piano di Governo del Territorio come strumento risale al 2005» quando nacque dalla legge regionale 12/2005. Il testo unico insomma non prevedeva uno strumento nato in seguito: se del caso, andrebbe aggiornato.
E se in un consiglio comunale, diciamo di un piccolo Comune, tutti fossero in qualche misura coinvolti? «Non c’è problema: in quel caso è la legge regionale a dirci che subentra un commissario ad acta inviato dal Pirellone» risponde Zaffaroni.
Non resta che attendere le decisioni del tribunale amministrativo regionale per fare chiarezza sulla questione.
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